In occasione del secondo anniversario, il 22 febbraio, dell’inizio dell’hirak, il movimento lanciato dai giovani algerini per chiedere riforme democratiche e misure contro la corruzione, sono state organizzate manifestazioni in tutto il paese. Migliaia di persone sono scese in piazza ad Algeri e in altre città tra cui Annaba, Orano, Béjaïa e Sétif. Il presidente algerino Abdelmajid Tebboune, di ritorno dalla Germania dov’è stato curato per le conseguenze del covid-19, ha concesso la grazia a 33 attivisti del movimento, tra cui il giornalista Khaled Drareni, simbolo della lotta per la libertà di stampa, e Rachid Nekkaz, importante figura dell’opposizione. Tebboune, aggiunge il quotidiano Al Chorouq, ha annunciato la dissoluzione del parlamento, fissato le elezioni anticipate a giugno e sostituito alcuni ministri. È arrivato il tempo delle “decisioni cruciali”, titola il giornale. Sembra infatti che “gli algerini vogliano portare fino in fondo il loro progetto di rivoluzione pacifica”. Interrotto dalla pandemia, l’hirak ha continuato la sua battaglia anche dopo le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika, il 2 aprile 2019. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati