Rick Rycroft, Ap/Lapresse

Quattro giorni dopo aver bloccato sulla sua piattaforma i contenuti tratti dai giornali, Facebook è tornato sui suoi passi. Il blocco era stato deciso in risposta alla legge che il parlamento australiano sta per approvare e che obbligherà le grandi aziende tecnologiche come Google e Facebook a pagare le notizie agli editori. Mentre Google la scorsa settimana ha firmato accordi con vari gruppi editoriali, prima di essere obbligato a farlo per legge, Facebook aveva scelto la via più drastica. Ma un colloquio con il ministro del tesoro australiano Josh Frydenberg ha convinto Mark Zuckerberg a sbloccare la condivisione di contenuti giornalistici. Il ministro ha accettato di emendare la proposta di legge, approvata alla camera e ora all’esame del senato: le piattaforme potranno scegliere se far circolare o meno le notizie, quindi non dovranno obbligatoriamente negoziare un pagamento con gli editori. “Saremo liberi di decidere quali editori sostenere, incluse le testate piccole e locali”, ha affermato Campbell Brown, responsabile delle partnership con le testate globali di Facebook. In sostanza “gli emendamenti permetteranno a Google e Facebook di aggirare la legge se i loro accordi con gli editori saranno ritenuti soddisfacenti dal governo”, scrive The Age.

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Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati