A Israele tutto
è concesso
◆ Leggendo l’opinione di Gideon Levy (Internazionale 1387), viene spontaneo apprezzare le argute osservazioni, la chiarezza d’esposizione e il coraggio. Vedere che l’autore è un giornalista israeliano dà ancora più valore. Consola il pensiero che molti israeliani sono sulla sua stessa linea d’onda e che ci sono giornalisti coraggiosi, pronti a denunciare.
_Donatella Stucchi _
Come ottenere il meglio dalle persone
◆ Uno dei motivi del disagio che stiamo vivendo in questo periodo è l’incertezza verso il futuro, alimentata tanto dal virus quanto dalle “grida” di manzoniana memoria e dai bonus con cui i governi pensano di poter risolvere questa complessa situazione. Ho trovato curiosa una delle proposte dell’articolo sulle regole e i divieti (Internazionale 1387): un sussidio temporaneo per il riscaldamento. Se si approvasse un’idea del genere si arriverebbe, quantomeno in Italia, alla contraddittoria situazione in cui uno stato paga per far tenere le finestre aperte con il riscaldamento acceso, avendo istituito un bonus per l’efficienza energetica. Forse non sono tanto i divieti a far storcere il naso quanto la mancanza di una visione d’insieme.
Enrico Ajmar
Il vaccino deve essere per tutti
◆ Ho letto l’editoriale del Guardian sui vaccini (Internazionale 1388) e mi chiedo: posto che ovviamente il vaccino dovrà avere un prezzo accessibile e sperando che sia disponibile presto ovunque, non sarebbe normale che la priorità fosse data a quei paesi che hanno una popolazione più anziana e quindi più esposta agli effetti più pericolosi del virus? Ha senso che le prime forniture siano garantite ai paesi in cui l’età media è più bassa e la mortalità minore, togliendola a quelli dove invece la pandemia sta facendo strage? Mi sembra che a volte le lenti del politicamente corretto arrivino a offuscare delle priorità che hanno un senso oggettivo.
Filippo Bertozzi
Ha ancora senso
ascoltare Ryan Adams dopo quello che ha
fatto?
◆ Ho letto l’articolo su Ryan Adams (internazionale.it). Il cantautore statunitense è forse il mio artista preferito. Non mi sento “sporca” ad ascoltarlo, però spesso mi domando cosa penserebbe di me Mandy Moore. Quindi scelgo di separare l’uomo dall’artista, scelgo la parte buona di questo uomo.
_Lettera firmata
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Questo articolo è uscito sul numero 1389 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati