◆ Le dune di sabbia del deserto del Namib, nella Namibia occidentale, possono raggiungere i trecento metri di altezza. Plasmate dal vento, le dune confinano a ovest con l’oceano Atlantico e nelle altre direzioni con terreno roccioso e rilievi montuosi.

In quest’immagine, scattata dal satellite Landsat 8 della Nasa, si vede il confine tra la sabbia e le rocce. La foto mostra la parte settentrionale del deserto del Namib, costituito da tre milioni di ettari di dune all’interno del parco nazionale Namib-Naukluft, patrimonio Unesco dal 2013. La sabbia ha un colore arancione intenso, dovuto alla presenza di ossido di ferro. Le dune e le rocce sono divise dal tracciato del fiume Kuiseb, dove solitamente l’acqua scorre solo tra novembre e marzo, durante la stagione delle piogge. Alluvioni occasionali, come quella dell’aprile del 2011, spazzano via la sabbia e ostacolano la progressione delle dune verso nord. Le piogge alimentano forme di vita nel deserto, tra cui una fitta vegetazione lungo le rive del fiume. Le immagini satellitari dimostrano che le alluvioni causano un rapido sviluppo delle piante per periodi fino a due anni. La vegetazione tra le dune è molto limitata, ma non del tutto assente grazie ai banchi di nebbia provenienti dall’oceano.

La Namibia ha 2,7 milioni di abitanti e una superficie di 825mila chilometri quadrati. Con 3,3 abitanti al chilometro quadrato, ha la densità di popolazione più bassa del mondo dopo la Mongolia.–Nasa

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Questo articolo è uscito sul numero 1341 di Internazionale, a pagina 93. Compra questo numero | Abbonati