21 settembre 2023 12:10

Negli ultimi mesi l’uso dell’intelligenza artificiale è diventato il tema più dibattuto e divisivo per chi lavora ogni giorno con le immagini. Fotografi, giornalisti e curatori si stanno interrogando sulla legittimità di questo mezzo, sui suoi pericoli ma anche sulle sue possibilità creative.

Un festival come PhMuseum days, che fin dalla sua prima edizione nel 2021 ha rivolto lo sguardo al futuro, non poteva quindi che partire dall’intelligenza artificiale e dal rapporto delle persone con la tecnologia per scegliere i lavori da esporre e gli incontri da tenere a Bologna, principalmente nello Spazio bianco di DumBO, dal 22 settembre al 1 ottobre. Il sottotitolo della rassegna è I don’t know how to respond to that (non so come rispondere a questo), una frase pronunciata dagli assistenti virtuali quando non riescono a trovare una soluzione alle nostre richieste, un emblema di come si sta trasformando il dialogo tra esseri umani e macchine.

Se nell’iconografia contemporanea – come nel cinema di David Cronenberg, Shin’ya Tsukamoto e anche nelle serie di Matrix – questo dialogo è stato rappresentato in maniera conflittuale e violenta, la fotografa francese Chloé Milos Azzopardi propone un approccio radicalmente diverso. In Non technological devices mette in scena modelle e modelli che usano oggetti identici a strumenti tecnologici come cuffie e smartphone, realizzati però con materiali naturali. La fotografa dà vita a una fantasia del futuro in cui il cyborg trova un modo armonioso per convivere con la natura; in questo gioco poetico l’idea è di pensare a una nuova iconografia in cui sia possibile cercare, e magari trovare, altre possibilità di convivenza tra i nostri corpi, quello che produciamo e il pianeta che abitiamo.

Oltre allo Spazio bianco, le mostre di PhMuseum days saranno allestite anche nel cortile della biblioteca dell’Archiginnasio, alla Galleriapiù, al Cassero Lgbti+ center e in via dell’Abbadia. Per tutta la durata della rassegna sono previsti workshop, incontri e presentazioni di libri fotografici.

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