La Finlandia deve rimediare alle ingiustizie inflitte agli indigeni sami, ha affermato il 4 dicembre la commissione per la verità e la riconciliazione in occasione della presentazione di un suo rapporto.

Istituita nel 2021, la commissione ha raccolto le testimonianze di circa quattrocento sami e di una dozzina di esperti, che confermano le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani inflitte dal governo finlandese, che per decenni ha portato avanti politiche di assimilazione forzata.

Fino agli ultimi anni del novecento i bambini sami venivano sottratti alle loro famiglie per essere rinchiusi in collegi, dove non potevano parlare la loro lingua e praticare la loro cultura.

La Finlandia non ha mai presentato scuse ufficiali al popolo sami.

“Mi sembra evidente che sia arrivato il momento di farlo”, ha dichiarato il primo ministro Petteri Orpo (centrodestra) il 4 dicembre, durante la cerimonia di presentazione del rapporto della commissione.

Attualmente in Finlandia vivono circa 10.500 sami, considerati l’unico popolo indigeno del continente europeo.

La popolazione totale dei sami è invece stimata tra le 75mila e le centomila persone. Oltre al nord della Finlandia, la loro regione d’origine comprende alcune aree settentrionali della Russia, della Norvegia e della Svezia.

Praticano ancora uno stile di vita tradizionale, basato sull’allevamento delle renne, la pesca, la raccolta e l’artigianato.

68 misure per i sami

“In Finlandia le politiche di assimilazione forzata non sono state imposte per legge, com’è avvenuto in Norvegia o in Svezia, ma il risultato finale è stato lo stesso”, ha dichiarato la presidente della commissione Hannele Pokka.

“Lo stato deve assumersi la responsabilità delle ingiustizie inflitte e riconoscere che il paese è stato fondato su terre appartenenti a due popoli, i sami e i finlandesi”, si legge nel rapporto.

Oggi i sami devono affrontare difficoltà legate alla crisi climatica e al crescente interesse degli stati della regione a sfruttare le loro terre e le loro risorse.

La commissione ha proposto 68 misure per garantire agli indigeni “un futuro migliore”, tra cui la ratifica da parte della Finlandia della Convenzione sui popoli indigeni e tribali dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) e la creazione di un’unità di coordinamento degli affari sami nell’ufficio del primo ministro.