Nessun accordo è stato raggiunto il 2 dicembre sulla spinosa questione dei territori occupati dall’esercito russo in Ucraina durante un incontro a Mosca tra il presidente russo Vladimir Putin e l’inviato statunitense Steve Witkoff.
Witkoff, accompagnato da Jared Kushner, il genero di Donald Trump, ha discusso per quasi cinque ore con Putin al Cremlino del piano di pace presentato da Washington due settimane fa e successivamente modificato tenendo conto di alcune richieste di Kiev.
“Abbiamo raggiunto un accordo su alcuni punti e su altri no, ma la cosa importante è che la discussione si è svolta in un clima costruttivo e che le parti sono pronte a proseguire gli sforzi”, ha dichiarato Jurij Ušakov, il consigliere diplomatico del Cremlino.
Sulla questione dei territori occupati dall’esercito russo in Ucraina, che costituiscono circa il 19 per cento del totale, “non è stato raggiunto un accordo di compromesso”, anche se “alcune proposte statunitensi possono essere discusse”, ha precisato.
Ušakov ha aggiunto che “c’è ancora molto lavoro da fare” per raggiungere un accordo, in un momento in cui le forze russe hanno accelerato la loro avanzata sul terreno.
Il 3 dicembre Witkoff e Kushner potrebbero incontrare una delegazione di Kiev in un paese europeo, ha dichiarato all’Afp una fonte ucraina.
Poche ore prima dei colloqui a Mosca, Putin aveva minacciato i paesi europei, accusandoli di “ostacolare” gli sforzi di Washington per mettere fine al conflitto.
“Non vogliamo fare la guerra all’Europa, ma se l’Europa vuole farla a noi, siamo pronti anche subito”, aveva dichiarato alla stampa, a margine di un forum economico.
In precedenza il segretario generale della Nato, Mark Rutte, si era detto convinto che gli Stati Uniti “riusciranno a ristabilire la pace in Europa”.
Il 2 dicembre Trump ha ribadito che mettere fine alla guerra in Ucraina è una questione complessa. “È un casino, credetemi”, ha dichiarato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha invece accusato la Russia di “usare i colloqui per ottenere un alleggerimento delle sanzioni”.
Intanto, a novembre le forze russe hanno compiuto la più grande avanzata sul fronte ucraino da un anno, secondo un’analisi dell’Afp dei dati forniti dall’Institute for the study of war (Isw).
Mosca ha infatti conquistato 701 chilometri quadrati di terreno, la seconda avanzata più grande dopo quella del novembre 2024 (725 chilometri quadrati), escludendo però i primi mesi di guerra, nella primavera del 2022, quando la linea del fronte era molto instabile.
Il 1 dicembre la Russia aveva rivendicato la conquista della città di Pokrovsk, nella regione orientale di Donetsk, dopo mesi di assedio. Kiev aveva reagito affermando che i combattimenti sono ancora in corso.