Il 1 dicembre il bilancio delle alluvioni e delle frane che hanno colpito quattro paesi asiatici – Indonesia, Sri Lanka, Thailandia e Malaysia – è salito a più di mille morti e centinaia di dispersi.
Un tifone in Sri Lanka e una tempesta eccezionale in Indonesia (in particolare sull’isola di Sumatra), Thailandia e Malaysia hanno causato piogge torrenziali durante la stagione dei monsoni.
Il bilancio delle alluvioni sull’isola di Sumatra è salito a 502 morti e più di 500 dispersi, ha annunciato l’agenzia indonesiana per la gestione delle catastrofi.
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Arrivato la mattina del 1 dicembre nella parte nord dell’isola, il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha affermato che “la priorità del governo è fornire rapidamente tutti gli aiuti necessari alla popolazione”.
Aerei, elicotteri e tre navi militari stanno partecipando alle operazioni di soccorso nelle zone del disastro, dove molte strade sono ancora impraticabili a causa delle acque, del fango e dei detriti.
A differenza del suo collega dello Sri Lanka, Prabowo, sottoposto a crescenti pressioni affinché dichiari lo stato d’emergenza nazionale, non ha lanciato un appello per gli aiuti internazionali.
In Sri Lanka il bilancio è di 334 morti e centinaia di dispersi, secondo l’agenzia locale per i disastri naturali.
Il governo ha mobilitato gli elicotteri militari per soccorrere le persone rimaste isolate dalle alluvioni e dalle frane causate dal passaggio del tifone Ditwah. Uno di questi elicotteri è precipitato la sera del 30 novembre a nord della capitale Colombo.
Il presidente Anura Kumara Dissanayake, che ha proclamato lo stato d’emergenza, si è impegnato a “ricostruire rapidamente le zone devastate in uno dei disastri naturali più gravi della nostra storia”.
Le piogge torrenziali hanno inoltre causato 176 morti nel sud della Thailandia e due oltreconfine, nello stato di Perlis, in Malaysia.
Secondo gli scienziati, la crisi climatica causata dalle attività umane sta aumentando l’intensità e la frequenza degli eventi estremi.