Il 19 novembre l’Ucraina ha ricevuto la bozza di un piano di pace statunitense che prevede, tra le altre cose, la cessione di territori alla Russia e una limitazione delle sue forze armate.

Ignorando gli appelli dell’Ucraina ad aumentare la pressione su Mosca, il piano statunitense, secondo quanto dichiarato all’Afp da un alto funzionario ucraino che ha chiesto di restare anonimo, sembra riprendere le condizioni massimaliste poste in precedenza dalla Russia, che Kiev aveva definito una richiesta di capitolazione.

Secondo questa fonte, il piano prevede “il riconoscimento dell’annessione della Crimea e di altre regioni conquistate dalla Russia” e “la riduzione dell’esercito ucraino a 400mila effettivi”, oltre alla rinuncia da parte di Kiev alle sue armi a lungo raggio.

“Non abbiamo ancora capito se si tratti realmente di un piano di Trump o se sia solo una proposta del suo entourage”, ha aggiunto l’alto funzionario ucraino.

In precedenza il sito d’informazione statunitense Axios aveva affermato che Washington e Mosca stavano lavorando in segreto a un piano per mettere fine alla guerra. Il 19 novembre il Cremlino aveva rifiutato di commentare queste informazioni.

“Una vera pace in Ucraina può essere raggiunta solo con il coinvolgimento degli europei e degli ucraini”, ha commentato il 19 novembre Kaja Kallas, la responsabile della diplomazia dell’Unioine europea.

Il 19 novembre il segretario dell’esercito statunitense Daniel Driscoll ha effettuato una visita a Kiev, incontrando il ministro della difesa ucraino Denys Šmyhal e il comandante in capo delle forze armate Oleksandr Syrskyj.

“Nel corso dell’incontro ho sottolineato che una maggiore protezione dello spazio aereo ucraino, il rafforzamento delle nostre capacità di condurre attacchi a lungo raggio e la stabilizzazione della linea del fronte costringeranno la Russia ad accettare una pace giusta”, ha dichiarato Syrskyj su Telegram, senza menzionare il piano di pace statunitense.

Dal suo ritorno alla Casa Bianca a gennaio il presidente statunitense Donald Trump si è proposto come mediatore tra l’Ucraina e la Russia, dopo che fino a quel momento Washington era stata il principale sostegno militare e finanziario di Kiev.

Gli sforzi di Trump, tuttavia, non hanno portato a una cessazione delle ostilità. Dichiarandosi alternativamente irritato dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e da quello russo Vladimir Putin, ha finito per adottare a ottobre delle sanzioni contro il settore petrolifero russo.

Il 19 novembre Zelenskyj ha effettuato una visita in Turchia per cercare di rilanciare i negoziati di pace. Ma al termine di un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ad Ankara, si è limitato ad auspicare una ripresa degli scambi di prigionieri con la Russia “entro la fine dell’anno”.

L’obiettivo della visita era coinvolgere nuovamente gli Stati Uniti nel processo di pace, ha dichiarato all’Afp un funzionario ucraino. Zelenskyj avrebbe voluto incontrare l’inviato statunitense Steve Witkoff, che però non ha raggiunto la Turchia.

Intanto, il bilancio dei bombardamenti condotti dall’esercito russo nella notte tra il 18 e il 19 novembre a Ternopil, nell’ovest dell’Ucraina, è salito a 26 morti, tra cui tre bambini, e 92 feriti, tra cui 18 bambini.