Il 19 novembre almeno 25 persone sono morte in uno dei più sanguinosi attacchi russi nell’ovest dell’Ucraina, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj è arrivato in Turchia per cercare di rilanciare i negoziati di pace con la Russia.
Secondo l’ultimo bilancio dei servizi di soccorso, 25 persone, tra cui due bambini, sono morte e circa sessanta sono rimaste ferite nei bombardamenti a Ternopil, nell’ovest del paese, che “hanno colpito edifici residenziali, impianti industriali e magazzini, causando vasti incendi”, ha riferito il ministero dell’interno.
L’amministrazione regionale di Ternopil ha invitato gli abitanti a rimanere nelle loro case e a tenere chiuse le finestre per la presenza di sostanze nocive nell’aria.
Zelenskyj ha reagito affermando che “gli ultimi attacchi dimostrano che la pressione sulla Russia è insufficiente. Sanzioni efficaci e maggiori aiuti militari all’Ucraina modificherebbero la situazione”.
“Ecco il piano di pace della Russia”, ha invece ironizzato il ministro degli esteri ucraino Andrij Sybiha.
In totale nella notte tra il 18 e il 19 novembre la Russia ha lanciato 476 droni e 48 missili contro l’Ucraina, secondo l’aeronautica militare ucraina. Di questi, 442 droni e 41 missili sono stati abbattuti.
I bombardamenti sono stati particolarmente massicci nell’ovest dell’Ucraina, che di solito è relativamente risparmiato a causa della lontananza dalla linea del fronte. Oltre a Ternopil sono state colpite Leopoli e Ivano-Frankivsk.
Il 19 novembre il Cremlino ha rifiutato di commentare le informazioni pubblicate dal sito d’informazione statunitense Axios secondo cui Washington e Mosca stanno mettendo a punto in segreto un piano di pace per mettere fine alla guerra.
In mattinata Zelenskyj è arrivato ad Ankara per incontrare il suo collega turco Recep Tayyip Erdoğan e l’inviato statunitense Steve Witkoff, che però non ha confermato la sua partecipazione.
Secondo alcuni funzionari ucraini contattati dall’Afp, l’obiettivo dei colloqui è coinvolgere nuovamente gli Stati Uniti nel processo di pace e convincerli ad aumentare la pressione su Mosca.
Intanto, il 19 novembre la Romania, membro della Nato e alleato dell’Ucraina, ha annunciato di aver mobilitato i suoi aerei da combattimento in risposta a una nuova incursione di droni sul suo territorio.