Il 17 novembre il governo laburista britannico, guidato da Keir Starmer, ha presentato una riforma che inasprisce le regole per l’accoglienza dei richiedenti asilo, nella speranza di scoraggiare gli arrivi irregolari di migranti attraverso la Manica, che stanno alimentando la crescita dell’estrema destra.

“Se non riusciremo a gestire la crisi, spingeremo sempre più persone su un percorso che parte dalla rabbia e conduce all’odio”, ha dichiarato la ministra dell’interno Shabana Mahmood davanti alla camera dei comuni.

La riforma, definita da Mahmood “la più importante dei tempi moderni”, è stata criticata da alcuni deputati laburisti e dalle ong per i diritti dei rifugiati.

Prevede che lo status di rifugiato diventi temporaneo, con una nuova valutazione ogni trenta mesi. In questo modo chi ottiene accoglienza dopo essere fuggito da una minaccia nel suo paese potrà essere rimpatriato nel caso, per esempio, di una caduta del regime, com’è avvenuto di recente in Siria.

I rifugiati dovranno aspettare vent’anni, contro gli attuali cinque, per chiedere un permesso di soggiorno permanente.

L’obiettivo della riforma è anche accelerare i rimpatri di persone che “provengono da paesi d’origine sicuri”.

Per evitare continui ricorsi, i richiedenti asilo avranno un’unica possibilità di opporsi al rimpatrio.

Mahmood spera che queste misure scoraggino gli arrivi attraverso la Manica. Dal 1 gennaio 39.292 persone hanno raggiunto il Regno Unito a bordo di piccole imbarcazioni, un dato in aumento rispetto al 2024.

Nel 2024 le richieste di asilo nel paese erano già aumentate del 18 per cento, mentre nell’Unione europea si erano ridotte del 13 per cento.

“Cultura della divisione”

Il governo prevede anche di eliminare il sostegno finanziario automatico ai richiedenti asilo, concesso a più di 106mila persone nel marzo 2025.

Attualmente il governo versa un sussidio settimanale e fornisce un alloggio, spesso in hotel.

La riforma prevede anche una modifica delle condizioni di applicazione della Convenzione europea dei diritti umani nel Regno Unito, in modo da facilitare le espulsioni, e una limitazione della definizione di famiglia ai soli “genitori e figli”.

Il governo ha inoltre minacciato di limitare il rilascio dei visti all’Angola, alla Namibia e alla Repubblica Democratica del Congo, accusate di non collaborare al rimpatrio dei propri cittadini.

La riforma è stata contestata da una parte del Partito laburista. Il deputato Tony Vaughan è intervenuto in aula per contestare una retorica che incoraggia una “cultura della divisione”.

Altri, anche fuori dal parlamento, hanno accusato il Partito laburista, in difficoltà nei sondaggi, di imitare le politiche di Reform Uk, la formazione di estrema destra guidata da Nigel Farage largamente in testa nei sondaggi.