Le emissioni di anidride carbonica dovute ai combustibili fossili dovrebbero toccare un nuovo record nel 2025, secondo uno studio scientifico di riferimento pubblicato il 13 novembre.
Secondo il nuovo rapporto del Global carbon project, messo a punto da 130 scienziati e pubblicato in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop30 in corso a Belém, in Brasile, nel 2025 le emissioni di anidride carbonica legate all’uso del carbone, del petrolio e del gas supereranno dell’1,1 per cento quelle del 2024, raggiungendo le 38,1 miliardi di tonnellate.
“Si tratta di un aumento superiore alla media degli ultimi dieci anni, che è dello 0,8 per cento”, afferma il rapporto, sottolineando che le emissioni sono salite del 10 per cento rispetto al 2015, l’anno dell’accordo di Parigi, che punta a contenere il riscaldamento globale bel al di sotto dei due gradi in più rispetto all’era preindustriale e se possibile entro gli 1,5 gradi.
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Anche se le emissioni sono diminuite in alcuni paesi, grazie allo sviluppo delle energie rinnovabili, all’elettrificazione dei veicoli e alle misure contro la deforestazione, “il mondo non è stato all’altezza”, ha dichiarato all’Afp Glen Peters, del Centro per la ricerca internazionale sul clima (Cicero).
Secondo il rapporto, per superare la soglia degli 1,5 gradi basterà emettere altre 170 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.
“Dato che questo equivale ad appena altri quattro anni di emissioni al ritmo attuale, evitare il superamento della soglia è di fatto impossibile”, ha affermato Pierre Friedlingstein, dell’università britannica di Exeter, l’autore principale del rapporto.
Questo fallimento collettivo è ormai riconosciuto dalle Nazioni unite, dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), dai climatologi e dagli stati che partecipano alla Cop30. L’obiettivo ora è fare in modo che il superamento della soglia sia temporaneo, ma nel migliore dei casi ci vorranno decenni prima di tornare sotto gli 1,5 gradi.
“Abbiamo bisogno di obiettivi ambiziosi perché ogni decimo di grado è cruciale”, ha sottolineato il 13 novembre a Belém Stephen Stich, dell’università di Exeter, uno degli autori del rapporto.
“Per rimanere al di sotto degli 1,7-2 gradi l’umanità ha tra 12 e 25 anni per agire, e ritengo che con i progressi tecnologici e lo sviluppo delle energie rinnovabili sia un obiettivo possibile”.
In base agli impegni attuali dei governi, il mondo va verso un riscaldamento catastrofico di 2,3-2,5 gradi entro la fine del secolo, secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, pubblicate prima della Cop30.
“Trovo davvero preoccupante e incomprensibile che l’uso dei combustibili fossili continui ad aumentare nel mondo. Le energie rinnovabili sono ormai molto economiche e dovrebbero essere la norma”, ha dichiarato a Belém Niklas Höhne, del NewClimate institute.