Nel 2025 le coltivazioni di oppio si sono ridotte del 20 per cento in Afghanistan, che fino a pochi anni fa era il primo produttore mondiale con una superficie venti volte superiore a quella attuale, hanno annunciato il 6 novembre le Nazioni Unite, lanciando però un allarme sull’aumento delle droghe sintetiche.
Il regime dei taliban, tornato al potere nel 2021, aveva vietato l’anno successivo la produzione di oppio in tutto il territorio nazionale.
Nel 2025 la superficie delle coltivazioni di oppio si è ridotta del 20 per cento rispetto all’anno precedente, passando da 12.800 a 10.200 ettari, si legge nel nuovo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc).
Nel 2022, prima dell’entrata in vigore del divieto, la superficie era di circa 232mila ettari, secondo l’Unodc, che stila i suoi rapporti basandosi su immagini satellitari e informazioni raccolte sul campo.
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Secondo il rapporto, nel 2025 in Afghanistan sono state prodotte 296 tonnellate di oppio, un dato che colloca il paese dietro alla Birmania.
Le entrate dei produttori si sono ridotte del 48 per cento, attestandosi a 134 milioni di dollari.
Le Nazioni Unite hanno più volte esortato la comunità internazionale ad aiutare gli agricoltori afgani a passare ad altre colture o mezzi di sussistenza.
“Dal 2022 molti agricoltori si sono dedicati ai cereali e ad altre colture, ma il deterioramento delle condizioni meteorologiche, in particolare la moltiplicazione degli episodi di siccità, ha portato a una riduzione della superficie agricola coltivata di circa il 40 per cento”, ha affermato l’Unodc.
Produzione di metanfetamina
Il divieto ha provocato uno spostamento delle coltivazioni di oppio verso il nordest del paese, mentre in precedenza la produzione avveniva principalmente nelle roccaforti dei taliban nel sud.
Nel maggio 2024 gli scontri tra agricoltori e forze di sicurezza inviate per distruggere i campi nella provincia del Badakhshan, nel nordest del paese, avevano causato molti morti.
L’Unodc ha anche lanciato un allarme sull’aumento della produzione di droghe sintetiche, in particolare metanfetamina, in Afghanistan e nei paesi vicini.
“I gruppi criminali puntano ormai sulle droghe sintetiche perché la loro produzione è più facile, immune al cambiamento climatico e difficile da individuare”, ha affermato.