Sottoposto a forti critiche dopo le alluvioni che hanno devastato l’est della Spagna un anno fa, insultato la settimana scorsa durante una commemorazione delle 237 vittime, il presidente della Comunità Valenciana Carlos Mazón si è dimesso il 3 novembre.
“Non ce la faccio più”, ha affermato Mazón, del Partito popolare (Pp, destra), durante una conferenza stampa in cui ha attaccato duramente i suoi detrattori, in particolare il governo di sinistra guidato da Pedro Sánchez.
“Chiedo alla maggioranza di eleggere un nuovo presidente della Comunità Valenciana. Se fosse dipeso da me, mi sarei dimesso già da tempo. Io e la mia famiglia abbiamo vissuto momenti terribili”, ha dichiarato, cinque giorni dopo essere stato insultato dai familiari delle vittime durante la commemorazione.
Il 3 novembre Mazón ha riconosciuto che avrebbe dovuto annullare i suoi impegni in quel tragico pomeriggio del 29 ottobre 2024: “Avrei dovuto avere la lungimiranza di annullare i miei impegni e recarmi sul posto”.
Ma il suo mea culpa è stato accompagnato da nuove critiche nei confronti del governo Sánchez: “Sono diventato il perfetto capro espiatorio per nascondere gli errori del governo, in particolare le informazioni errate diffuse il 29 ottobre e i ritardi nell’invio degli aiuti”.
“Mazón si è comportato in modo indegno fino all’ultimo”, ha dichiarato alla radio Cadena Ser Rosa Álvarez, presidente di un’associazione delle vittime. “Non è stato lui a dimettersi. Siamo stati noi, familiari delle vittime e semplici cittadini, a costringerlo a farlo”.
Il leader del Pp Alberto Núñez Feijóo ha invece difeso “un collega che ha riconosciuto i suoi errori, vittima di una vendetta politica e personale che dobbiamo denunciare con forza, perché non stiamo parlando di un assassino”.
“Nessuna emergenza nazionale può dipendere da una sola persona”, ha aggiunto, denunciando a sua volta le responsabilità del governo.
Le accuse a Mazón
I familiari delle vittime accusano Mazón di non aver lanciato tempestivamente l’allerta. Un messaggio che avvertiva gli abitanti dei pericoli e li esortava a mettersi al riparo era stato inviato solo alle 20.11, quando molte persone erano già morte.
Mazón aveva inizialmente negato di aver trascorso quattro ore, dalle 14.45 alle 18.45, a pranzo in un ristorante con una giornalista a cui, secondo la sua versione, voleva offrire un posto di lavoro.
Rimane anche il mistero sull’ultima ora della sua assenza, durante la quale non aveva risposto a messaggi e telefonate, mentre le autorità stavano valutando se inviare un messaggio d’allerta.