Il 20 ottobre il presidente statunitense Donald Trump ha rassicurato il primo ministro australiano Anthony Albanese, in visita alla Casa Bianca, affermando che l’Australia riceverà i sottomarini nucleari come previsto. I due leader hanno inoltre firmato un accordo sui minerali critici nella speranza di allentare la morsa della Cina, che domina il mercato.
Vantando l’abbondanza di minerali critici nel sottosuolo del suo paese, Albanese ha dichiarato che l’accordo permetterà di realizzare progetti per un valore di 8,5 miliardi di dollari e porterà le relazioni tra i due paesi a un “livello superiore”.
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Secondo i dati di Canberra, l’Australia è tra i primi cinque produttori mondiali di litio, cobalto e manganese, che hanno un ruolo importante in molti settori, tra cui semiconduttori, attrezzature per la difesa, veicoli elettrici e turbine eoliche.
La Cina è di gran lunga il primo produttore mondiale di litio e nichel, e ha un quasi monopolio sulle terre rare, un sottogruppo di minerali critici. È accusata di approfittare della sua posizione per fare pressione sui suoi partner commerciali, una cosa che preoccupa Washington.
Pur non avendo risorse sufficienti a spezzare il dominio cinese, l’Australia rappresenta per Washington un alleato affidabile in grado di ridurre la sua dipendenza da Pechino.
All’inizio di ottobre Trump aveva minacciato d’imporre dazi doganali aggiuntivi del 100 per cento alla Cina in risposta a delle restrizioni sulle esportazioni di terre rare, ma da allora le due potenze hanno concordato di avviare un nuovo ciclo di negoziati commerciali.
“L’Australia e gli Stati Uniti verseranno più di un miliardo di dollari a testa nei prossimi sei mesi per i minerali critici”, ha affermato Albanese, mentre la Casa Bianca ha riferito di tre miliardi di dollari complessivi.
Durante l’incontro Trump ha rassicurato il premier australiano sulla questione dei sottomarini. “La costruzione dei sottomarini che forniremo all’Australia sta procedendo molto bene”, ha dichiarato davanti alla stampa, dopo che a giugno aveva espresso dubbi su un accordo firmato dall’ex presidente Joe Biden.
Canberra era in cerca di rassicurazioni su quest’accordo del 2021, che prevede la consegna entro 15 anni di almeno tre sottomarini nucleari statunitensi della classe Virginia.
L’unica nota stonata dell’incontro è stato un breve scambio a proposito dell’ambasciatore australiano a Washington, Kevin Rudd, dopo che un giornalista aveva fatto notare a Trump che era presente in sala e gli aveva chiesto se fosse infastidito dai suoi commenti.
Rudd, un ex primo ministro laburista, aveva in passato criticato Trump sui social network, prima di cancellare i messaggi dopo il ritorno di quest’ultimo alla Casa Bianca.
“Neanche tu mi piaci. Per niente. E probabilmente non mi piacerai mai”, ha dichiarato Trump rivolgendosi direttamente a Rudd davanti a uno stupito Albanese.