La sera del 15 ottobre il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha affermato che Israele riprenderà la sua offensiva nella Striscia di Gaza se Hamas non rispetterà l’accordo di cessate il fuoco consegnando tutti i corpi degli ostaggi morti in cattività.
“Se Hamas non rispetterà l’accordo, Israele, in coordinamento con gli Stati Uniti, riprenderà l’offensiva per ottenere la distruzione totale del gruppo”, si legge in un comunicato del ministero.
Hamas aveva riferito in precedenza di aver consegnato a Israele tutti i corpi degli ostaggi a cui aveva accesso.
“Hamas ci ha assicurato che intende onorare l’accordo e restituire i corpi degli ostaggi”, ha dichiarato all’Afp un alto funzionario statunitense, che ha chiesto di restare anonimo.
Iscriviti a Mediorientale |
Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Mediorientale
|
Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
|
Iscriviti |
In base all’accordo di cessate il fuoco, Hamas doveva consegnare tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, vivi o morti, entro 72 ore, cioè entro la mattina del 13 ottobre.
Il gruppo palestinese ha liberato in tempo i venti ostaggi vivi, ma finora ha consegnato solo nove corpi su 28: quattro il 13 ottobre, tre il 14 e due il 15.
“Abbiamo rispettato l’accordo consegnando tutti i prigionieri israeliani vivi, nonché i corpi a cui avevamo accesso”, ha affermato Hamas. “Per quanto riguarda gli altri corpi, il loro recupero dalle macerie richiede sforzi considerevoli e attrezzature speciali”.
In cambio della restituzione dei corpi di tre ostaggi il 14 ottobre, Israele aveva consegnato i corpi di 45 palestinesi.
Accusando Hamas di non aver rispettato l’accordo di cessate il fuoco, il 15 ottobre il ministro della sicurezza interna Itamar Ben Gvir, esponente di spicco dell’estrema destra israeliana, ha chiesto al primo ministro Benjamin Netanyahu di bloccare la consegna degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza.
Tom Fletcher, responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite, ha invece esortato Israele ad aprire “immediatamente” tutti gli accessi al territorio palestinese per permettere la consegna degli aiuti.
Alla fine di agosto le Nazioni Unite avevano proclamato lo stato di carestia in alcune aree della Striscia di Gaza.