Il 2 settembre più di ottanta scienziati hanno contestato un recente rapporto dell’amministrazione Trump sul cambiamento climatico, denunciando lacune metodologiche, manipolazioni dei fatti e riferimenti a ricerche inaffidabili.

Pubblicato alla fine di luglio dal dipartimento dell’energia, il rapporto mette in discussione il consenso scientifico sull’aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi estremi, sull’aumento delle temperature e sugli effetti deleteri delle emissioni di anidride carbonica.

“Il rapporto è una parodia della scienza”, ha dichiarato in un comunicato Andrew Dessler, professore di scienza dell’atmosfera alla Texas A&M university.

In un documento di più di quattrocento pagine, Dessler e altri ottanta scienziati hanno analizzato a fondo il rapporto, respingendone categoricamente le conclusioni.

Gli scienziati hanno sottolineato il ricorso, da parte degli autori, a “metodi simili a quelli usati dall’industria del tabacco per minimizzare gli effetti nocivi del fumo sulla salute”.

Il rapporto “si basa su idee screditate da tempo, legate a interpretazioni errate delle conoscenze scientifiche, omissioni di fatti importanti e pregiudizi di conferma”, ha affermato Dessler.

Tra le altre cose, gli scienziati hanno respinto un’affermazione degli autori del rapporto secondo cui una maggiore concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera avrebbe effetti positivi sull’agricoltura.

È vero che le emissioni possono contribuire ad aumentare i raccolti stimolando la fotosintesi, ma molti altri effetti del cambiamento climatico, tra cui l’aumento delle temperature e le alterazioni del ciclo delle precipitazioni, hanno conseguenze deleterie decisamente più significative sulla produzione agricola, hanno spiegato.

Da quando è tornato alla Casa Bianca, Donald Trump ha fatto marcia indietro sulla lotta alla crisi climatica, ritirando gli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, indebolendo le agenzie scientifiche e revocando importanti misure ambientali.