Quattro persone sono morte a Luanda, la capitale dell’Angola, negli scontri scoppiati durante uno sciopero indetto dai tassisti contro l’aumento del prezzo della benzina, ha affermato il 29 luglio la polizia.
“Quattro persone sono decedute”, ha dichiarato alla stampa il portavoce della polizia Mateus Rodrigues, senza fornire ulteriori dettagli.
Secondo la polizia, i manifestanti hanno saccheggiato negozi e incendiato autobus pubblici e automobili private.
Circa cento persone sono state arrestate il 28 luglio e altre quattrocento nella notte tra il 28 e il 29.
Un video circolato sui social network mostra un manifestante che cerca di dare fuoco a un cartellone con l’immagine del presidente João Lourenço.
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Il 1 luglio l’Angola, il secondo produttore di petrolio in Africa, aveva aumentato il prezzo della benzina sovvenzionata da 300 a 400 kwanza al litro (da 0,33 a 0,43 dollari).
Il 26 luglio, per il terzo fine settimana consecutivo, circa duemila persone avevano partecipato a una manifestazione contro questo aumento.
Il sindacato Anata, che rappresenta i tassisti, aveva poi proclamato uno sciopero di tre giorni dal 28 al 30 luglio. Pur dissociandosi dalle violenze, la sera del 28 luglio il sindacato ha confermato gli altri due giorni di sciopero.
“L’esasperazione dei tassisti riflette quella del popolo angolano”, ha dichiarato in un comunicato.
Al potere dal 1975
Nonostante le grandi riserve di petrolio, l’Angola è uno dei paesi più poveri del mondo.
Il Movimento popolare per la liberazione dell’Angola (Mpla), il partito di Lourenço, è al potere dall’indipendenza, ottenuta dal Portogallo nel 1975.