Il 10 luglio un giudice federale statunitense ha nuovamente sospeso l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump di revoca dello ius soli, il diritto di cittadinanza per chi nasce negli Stati Uniti.

Negli ultimi mesi vari tribunali e corti d’appello avevano definito incostituzionale il provvedimento, sospendendone l’applicazione in tutto il territorio degli Stati Uniti.

Ma il 27 giugno la corte suprema degli Stati Uniti, a maggioranza conservatrice, aveva limitato il potere dei giudici federali di sospendere su scala nazionale le decisioni dell’esecutivo che considerano illegali.

L’amministrazione Trump non aveva chiesto alla corte suprema di dare un via libera definitivo alla revoca dello ius soli, ma di limitare le sospensioni decise dai giudici ai casi specifici di persone che avevano presentato ricorsi in tribunale.

Il 10 luglio un giudice federale del New Hampshire ha però sospeso nuovamente l’ordine esecutivo nell’ambito di un’azione collettiva a nome di tutte le persone nate negli Stati Uniti a partire dal 20 febbraio, e quindi potenzialmente interessate.

La storica ong American civil liberties union (Aclu) ha accolto con favore in un comunicato una decisione che “tutela i diritti di tutti i bambini nati sul territorio statunitense”.

“Dopo la decisione della corte suprema i genitori hanno vissuto nella paura e nell’incertezza, chiedendosi se dovessero far nascere i propri figli in un altro stato e se questi rischiassero di essere espulsi”, ha dichiarato Aarti Kohli, direttrice dell’ong Asian law caucus, citata nel comunicato, salutando una “vittoria importante”.

Il giudice ha rinviato di una settimana l’entrata in vigore della sua decisione per dare tempo all’amministrazione Trump di presentare ricorso, ma l’entrata in vigore avverrà comunque prima del 27 luglio, termine fissato dalla corte suprema per permettere al governo di applicare parzialmente il decreto.

La corte suprema non si è pronunciata sulla costituzionalità dell’ordine esecutivo, ma ha autorizzato le agenzie federali a elaborare e pubblicare le linee guida per la sua applicazione.

Il decreto vieta al governo federale di rilasciare passaporti, certificati di cittadinanza o altri documenti ai bambini la cui madre soggiorna illegalmente o temporaneamente negli Stati Uniti, e il cui padre non è cittadino statunitense o residente permanente (titolare della “carta verde”).

Trump l’aveva firmato il giorno stesso del suo insediamento alla Casa Bianca, il 20 gennaio, sostenendo di voler contrastare l’immigrazione irregolare.

Il principio dello ius soli è sancito dal quattordicesimo emendamento della costituzione degli Stati Uniti ed è applicato da più di 150 anni.