La Grecia ha annunciato di avere temporaneamente sospeso l’elaborazione delle domande di asilo dei migranti in arrivo a bordo di imbarcazioni provenienti da paesi nordafricani.
“Il passaggio verso la Grecia è chiuso”, ha dichiarato ai parlamentari il primo ministro conservatore Kyriakos Mitsotakis. “Qualsiasi migrante che entri illegalmente verrà arrestato e trattenuto”, ha dichiarato.
Il primo ministro, che ha voluto una politica migratoria fortemente restrittiva fin dal suo insediamento nel 2019, ha dichiarato che avrebbe informato l’Unione europea della sua decisione di “sospendere, inizialmente per tre mesi, le domande di asilo dei migranti in arrivo a bordo di imbarcazioni provenienti dal Nord Africa”.
Iscriviti a Frontiere |
La newsletter sulle migrazioni. A cura di Annalisa Camilli. Ogni lunedì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Frontiere
|
La newsletter sulle migrazioni. A cura di Annalisa Camilli. Ogni lunedì.
|
Iscriviti |
La maggior parte degli arrivi avviene sull’isola greca meridionale di Creta e, non lontano dalla sua costa, sulla piccola isola di Gavdos. Le persone che chiedono asilo nell’Unione europea s’imbarcano dalla Libia, in particolare dalla città portuale di Tobruk, nella parte orientale del paese sotto il controllo del maresciallo Khalifa Haftar.
Citando una “situazione di emergenza” che “richiede misure eccezionali”, Kyriakos Mitsotakis ha cercato di inviare “un messaggio di determinazione (…) sia ai trafficanti sia ai loro potenziali clienti”. Secondo le autorità greche, oltre 7.300 migranti sono arrivati a Creta e Gavdos dall’inizio dell’anno, rispetto ai 4.935 di tutto il 2024.
Dall’inizio di giugno, questi arrivi hanno registrato un ulteriore aumento, arrivando a 2.550. Tuttavia, Creta e Gavdos non dispongono di strutture di accoglienza adeguate, a differenza delle isole dell’Egeo nordorientale, come Lesbo.
Le autorità locali continuano a chiedere al governo di adottare misure per affrontare la situazione.
In parlamento, Mitsotakis ha promesso la “creazione, inizialmente, di un centro di accoglienza permanente a Creta, e possibilmente di un secondo”. La Grecia aveva già sospeso temporaneamente l’elaborazione delle domande di asilo all’inizio del 2020, durante il culmine della crisi migratoria con la Turchia, quando migliaia di persone in cerca di asilo nell’Unione europea si riversarono al confine tra Grecia e Turchia.
All’alba del 9 luglio, la polizia portuale greca e l’agenzia di frontiera dell’Unione europea, Frontex, hanno effettuato un’operazione di salvataggio di un nuovo gruppo di circa 520 migranti al largo della costa di Gavdos.
Centinaia di persone sono state stipate su un vecchio peschereccio salpato dalla costa libica. Sono state tutte trasferite su una nave cargo in navigazione nelle vicinanze e saranno condotte a Laurio, un porto a 50 chilometri da Atene, secondo la polizia portuale.
“Stiamo parlando di un flusso migratorio considerevole, continuo e in crescita a sud del nostro Paese”, ha sottolineato il portavoce del governo Pavlos Marinakis. Domenica, più di seicento persone migranti sono state tratte in salvo in quest’area del Mediterraneo orientale durante quattro distinte operazioni di salvataggio, secondo la polizia portuale.
Lesbo, Chio, Lero, Kos e Samo, punti di accesso abituali per i migranti provenienti dalle vicine coste turche sin dalla crisi migratoria del 2015, hanno registrato una riduzione del numero di migranti negli ultimi anni.
Da oltre un anno e mezzo, la rotta migratoria attraversa la Libia, ponendo di fatto Grecia, Italia e Malta in prima linea. La Grecia ha sollevato la questione con i suoi partner europei durante l’ultimo vertice dell’Unione europea a Bruxelles, a fine giugno.
L’annuncio del capo del governo greco arriva il giorno dopo un intoppo diplomatico tra l’Unione europea e il governo della Libia orientale, rivale del Governo di unità nazionale riconosciuto dalle Nazioni Unite con sede a Tripoli.
Appena arrivato a Bengasi, il commissario europeo Magnus Brunner, accompagnato da tre ministri – greco, italiano e maltese – ha ricevuto l’ordine di andarsene.