Kyoto, Giappone, 18 luglio 2019. (Kyodo/Reuters/Contrasto)

Il 25 gennaio un uomo è stato condannato a morte per aver incendiato nel 2019 uno studio di animazione a Kyoto, nell’ovest del Giappone, causando la morte di trentasei persone.

La strage, compiuta per vendetta da Shinji Aoba, 45 anni, aveva colpito molto l’opinione pubblica nel paese.

La maggior parte delle vittime erano giovani dipendenti della Kyoto Animation, soprannominata KyoAni, tra cui una donna di 21 anni. Più di trenta persone erano rimaste ferite.

“Non pensavo che sarebbero morte così tante persone”, ha affermato l’imputato nella prima udienza del suo processo a settembre.

“Merito di essere condannato a morte”, ha dichiarato in una successiva udienza a dicembre.

Secondo alcuni testimoni, Aoba ha fatto irruzione nello studio di animazione con una tanica di benzina e ha appiccato l’incendio gridando: “Morirete”.

Aoba voleva vendicarsi della KyoAni perché era convinto che gli avesse rubato un’idea per una sceneggiatura, un’accusa smentita categoricamente dallo studio di animazione e definita dagli inquirenti “delirante”.

L’autore della strage è rimasto gravemente ustionato nell’incendio ed è stato operato più volte. Ha partecipato al processo su una sedia a rotelle.

Più di cento persone nel braccio della morte

Insieme agli Stati Uniti, il Giappone è uno dei pochi stati democratici a praticare ancora la pena di morte, che è eseguita tramite impiccagione. L’opinione pubblica giapponese rimane in gran parte favorevole.

Attualmente più di cento persone si trovano nel braccio della morte. L’ultima esecuzione risale al 2022.

Fondato nel 1981, lo studio KyoAni produceva cartoni animati spesso ispirati ai manga, tra cui Lucky star, La malinconia di Haruhi Suzumiya e K-On!, nonché il film di animazione Violet Evergarden, che era in produzione al momento dell’incendio.