Neanche sulle isole più remote gli insetti sono al riparo dalla crisi ambientale dovuta alle attività umane, suggerisce uno studio pubblicato su Science.
Un gruppo di ricercatori ha cercato di ricostruire l’andamento delle popolazioni di formiche nelle isole Figi analizzando il dna dei reperti conservati nei musei (nella foto), e ha concluso che il 79 per cento delle specie endemiche è in declino.
Il calo è cominciato tremila anni fa in corrispondenza con l’arrivo dei primi esseri umani, ed è accelerato negli ultimi trecento anni dopo lo sbarco degli europei.
Le specie introdotte nell’arcipelago in tempi recenti si sono mostrate invece più resilienti, probabilmente a causa della loro maggiore adattabilità.
Negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato un crollo allarmante delle popolazioni di insetti. Una revisione del 2019 ha concluso che un terzo delle specie è in pericolo di estinzione e che la massa totale degli insetti sta calando a un ritmo compreso tra l’1 e il 2,5 per cento all’anno.
Il fenomeno è particolarmente evidente nei paesi sviluppati, dove i fattori principali sono la distruzione degli habitat e l’uso dei pesticidi. Ma il declino si sta estendendo anche alle zone non toccate dall’attività umana, a causa dell’intensificarsi degli effetti del cambiamento climatico.
Questo testo è tratto dalla newsletter Pianeta.
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