In quali città degli Stati Uniti ci si può permettere un appartamento da single in affitto senza spendere più del 30 per cento del proprio reddito?

A questa domanda risponde l’Economist, pubblicando ormai da tre anni il suo Carrie Bradshaw index, un indice con un chiaro riferimento ironico alla protagonista della serie tv Sex and the City, famosa per il suo appartamento newyorkese da sogno, che oggi in realtà quasi nessuno potrebbe permettersi con uno stipendio medio. Anzi, New York oggi è uno dei luoghi meno accessibili per le persone sole, secondo i dati raccolti dall’Economist.

La nuova versione dell’indice è stata pubblicata a fine settembre. e basandosi sulle statistiche della piattaforma immobiliare Zumper, calcola il reddito necessario per permettersi un monolocale (studio apartment), a confronto con il reddito mediano della città. Un punteggio superiore a 1 nel Bradshaw score significa che una persona con uno stipendio mediano può permettersi di vivere da sola, un valore inferiore a 1 indica invece che l’affitto è fuori portata.

Spiegarlo è più complicato che osservare il primo grafico usato dall’Economist per raccontare i dati, che nella versione originale è interattivo: ogni pallino rappresenta una città e la sua posizione indica il salario mediano effettivo. La linea verticale che parte dal pallino mostra quanto alto dovrebbe essere il reddito per affittare un monolocale senza sforare la soglia di spesa consigliata.

Il nome di questa forma di rappresentazione grafica è lollipop chart, dove ogni punto del grafico è un “lecca lecca” con il suo bastoncino.

Grafico elaborato dall’Economist, con dati del Bureau of Labour Statistics e della piattaforma Zumper. (The Economist, Bureau of Labor Statistics, Zumper)

Le città in rosso sono quelle in cui il salario mediano è inferiore a quello necessario per vivere da soli, quindi inaccessibili per la maggior parte delle persone, quelle in blu sono invece le città dove uno stipendio medio basta, o addirittura avanza, per coprire l’affitto. Qui ho messo in evidenza la città di Austin, in Texas, dove il salario necessario per permettersi un monolocale da 1.580 dollari al mese è di 63.200 dollari all’anno, cioè quasi undicimila dollari in più del salario mediano locale.

Nell’analisi dell’Economist i problemi maggiori riguardano soprattutto il sud degli Stati Uniti, in stati come il Texas e il Tennessee, dove i salari crescono ma gli affitti aumentano più in fretta. A Houston e Dallas il punteggio è sceso sotto la soglia di accessibilità, mentre le città più convenienti restano Wichita (Kansas), Knoxville (Tennessee) e Tallahassee (Florida), dove l’equilibrio tra salari e affitti consente ancora di vivere da soli. Non sono però i grafici dell’Economist a mostrare con chiarezza la ripartizione geografica dell’accessibilità degli affitti, ma una mappa a cura di Sherwood.news, progetto editoriale lanciato della piattaforma di trading Robinhood. In azzurro le città dove è l’indice è superiore a uno, in rosso quelle dove è inferiore, e quindi il costo degli affitti supera quello dei redditi.

Sherwood.news, The Economist

Oltre alla mappa, c’è una tabella interattiva dove la definizione del Carrie Bradshaw Index viene allargata usando altri fattori collegati alla vita delle protagoniste di Sex and the City, che non solo abitavano in appartamenti di lusso a Manhattan, ma spendevano gran parte del loro tempo e del loro stipendio in scarpe firmate e serate mondane. In questo grafico, le città possono essere ordinate anche in base ad altre variabili: quante paia di scarpe Jimmy Choo si possono acquistare (una marca molto citata nella serie tv), quanti viaggi in taxi ci si può permettere, e così via, per confrontare stili di vita diversi. E anche qui, nonostante Sex and the City sia ambientato a New York, la città risulta ultima in classifica in quasi tutte le categorie.

Sherwood.news, The Economist, SmartAsset, Numbeo.

E in Italia?Le classifiche delle città sono uno dei contenuti ad alto tasso di attivazione (trigger, direbbero gli addetti ai lavori) del pubblico dei social media, e quindi i giornali non si lasciano scappare l’opportunità di usarle per produrre notizie da condividere sulla piattaforme, ovviamente in formato grafico. Chi lavora spesso su queste tematiche è Will, testata del gruppo Chora Media, che in questo post pubblicato il 29 settembre mostra in un formato tabellare quale dovrebbe essere lo stipendio ideale - almeno il triplo dell’affitto - per abitare in una casa di 40 metri quadrati in diverse città italiane. Solo Genova, Torino e Palermo rientrano nei parametri.

Will, Numbeo, Immobiliare.it, Sole 24 Ore, ministero dell'economia e delle finanze.

Ma perché una tabella al posto di un grafico?

Perché è il formato che funziona quando ci sono dati con unità di misura differenti e molti valori da confrontare. Quando consultiamo una tabella, tendiamo a seguirla con il dito, muovendoci tra righe e colonne per confrontare i dati. È il formato ideale se ci si immagina che il pubblico possa concentrarsi solo su alcune informazioni (per esempio gli abitanti di ogni città tenderanno a cercare prima di tutto i dati che riguardano la propria).

Anche Euronews,lo scorso luglio, si è occupata del rapporto tra affitti e salari, con delle classifiche delle città europee e facendo un confronto con il resto del mondo. Tra le prime quindici città in questo grafico a barre che mostra in modo efficace la percentuale di salario spesa per l’affitto ci sono anche Milano e Roma. Nella versione originale c’è inoltre la possibilità, utile, di cambiare visualizzazione per ordinare la classifica in base alla percentuale di salario che rimane, dopo aver pagato l’affitto.

Euronews, Deutsche Bank Research Institute.

Questo articolo è tratto dalla newsletter Numeri.

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