Il 27 febbraio Liz Wheeler, conduttrice di podcast di destra, ha visitato la Casa Bianca insieme ad altri influencer del movimento Make America great again (Maga). A un certo punto la ministra della giustizia Pam Bondi le ha consegnato un fascicolo con l’etichetta su cui era scritto: “Epstein files: Fase 1”. Wheeler sperava che quei documenti fossero il primo passo per scoprire la verità sulla cerchia ristretta di Jeffrey Epstein (il finanziere condannato per reati sessuali e morto in carcere nel 2019) e sulle altre persone coinvolte nei suoi crimini.
Ma Wheeler è rimasta molto delusa quando ha scoperto che il fascicolo conteneva solo informazioni già note. Poi, mentre si riaccendeva il dibattito sugli Epstein files, è stata tempestata di chiamate da persone che le chiedevano perché l’amministrazione Trump avesse invitato gli influencer alla Casa Bianca se non aveva niente da rivelare. A luglio ha cominciato a usare il suo podcast The Liz Wheeler show per attaccare Bondi, accusandola di aver sfruttato l’interesse sul caso Epstein per diventare famosa, con l’aiuto di Fox News.
“Parlo a nome della nostra base elettorale, che oggi associa gli Epstein files alla richiesta di giustizia”, dice Wheeler al Washington Post. “La gente crede che sia stato nascosto qualcosa. Per questo è arrabbiata, e ha ragione”.
Per anni Trump e i suoi alleati hanno alimentato le teorie secondo cui le élite avevano contribuito a insabbiare la rete di prostituzione e pedofilia creata da Epstein. Così, quando a inizio mese l’Fbi e il dipartimento di giustizia hanno annunciato di non aver trovato nessuna lista di persone famose legate a Epstein, molti influencer di destra che avevano contribuito alla vittoria di Trump alle presidenziali – e che dopo le elezioni hanno avuto un accesso privilegiato alla Casa Bianca – sono andati su tutte le furie, alimentando un conflitto tra il presidente e la sua base elettorale.
Trump ha risposto alle accuse in modo contraddittorio. Inizialmente ha difeso la sua amministrazione, compresa Bondi, ma in un secondo momento ha chiesto alla ministra di rivelare ulteriori informazioni. Il 18 luglio, mentre la pressione continuava a crescere, il dipartimento di giustizia ha chiesto a un tribunale federale di pubblicare le trascrizioni del grand jury (la giuria che decide se ci sono prove sufficienti per incriminare una persona e avviare un processo) relative al caso Epstein. Il giorno precedente il Wall Street Journal aveva pubblicato un articolo secondo cui nel 2003 Trump mandò a Epstein il disegno di una donna nuda per il suo compleanno. Il presidente ha negato di essere l’autore del disegno e ha fatto causa per diffamazione al giornale e al proprietario, il miliardario Rupert Murdoch, chiedendo dieci miliardi di dollari.
Un vero suicidio
Questi due sviluppi hanno spinto alcuni influencer a schierarsi nuovamente dalla parte di Trump. “La base è unita perché ora siamo all’attacco”, ha detto Steve Bannon, ex consigliere della Casa Banca e conduttore di War room, un podcast con molto seguito negli ambienti Maga. Tuttavia, non è chiaro quanto potrà durare questa unità.
Wheeler, che come molti personaggi della destra è stata attenta a non attaccare direttamente Trump, ha elogiato le ultime iniziative dell’amministrazione definendole un importante “primo passo”, ma ha aggiunto che esistono altri documenti di rilievo che dovrebbero essere resi pubblici. In una puntata del suo podcast uscita pochi giorni prima degli ultimi annunci, Wheeler aveva criticato aspramente Bondi, sottolineando che la sua “ingiustificabile gestione degli Epstein files” era il “motivo per cui il presidente avrebbe dovuto licenziarla”. “Quando gli errori di una persona hanno un impatto sul presidente e sulle possibilità di vittoria del Partito repubblicano alle elezioni di metà mandato, significa che è arrivato il momento di liberarsi di quella persona”.
“Altre terribili bugie di Pam Bondi”, ha scritto Wheeler di recente su X per promuovere l’ultimo episodio del suo podcast, rispondendo a un post di Trump sui social network in cui difendeva la ministra della giustizia.
Jeffrey Epstein era un miliardario attivo nella finanza, arrestato due volte per reati sessuali contro ragazze minorenni. Nel 2019 si uccise in carcere. Per anni aveva frequentato persone influenti del mondo degli affari e della politica. Dopo la sua morte questi contatti hanno alimentato teorie del complotto negli ambienti di destra, per cui Epstein sarebbe stato ucciso per proteggere altri personaggi famosi. Il presidente Donald Trump, che per anni ha rilanciato queste tesi, è finito al centro delle polemiche dopo che la sua amministrazione ha concluso che non c’è nessuna lista segreta di clienti di Epstein. Secondo una ricostruzione del New York Times, Trump ed Epstein si conoscevano almeno dalla fine degli anni ottanta. In un’intervista del 2002, Trump lo definì “un tipo eccezionale” noto per frequentare donne molto giovani. Un video del 1992 li mostra chiacchierare a una festa organizzata nella tenuta di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, insieme a un gruppo di ragazze. Secondo il presidente, un litigio avrebbe poi interrotto la loro amicizia. Il Wall Street Journal ha rivelato un biglietto di auguri volgare, presumibilmente disegnato da Trump per Epstein nel 2003. “Trump sta cercando in ogni modo di spostare l’attenzione su altro”, scrive Time, ordinando la pubblicazione di documenti sulla morte di Martin Luther King e sostenendo che l’ex presidente Barack Obama dovrebbe essere processato per tradimento. Intanto i repubblicani della camera hanno bloccato un voto chiesto dai democratici per ottenere la divulgazione di nuovi documenti su Epstein.
Secondo Axios, la vicenda mostra che la minaccia più significativa per Trump arriva dal suo movimento. Di recente infatti il presidente è stato criticato da destra anche per l’attacco all’Iran, per la decisione di mandare armi all’Ucraina e per aver preso in considerazione l’idea di non espellere gli immigrati senza documenti impiegati nell’agricoltura e nella ristorazione. ◆
Durante un incontro di governo, Bondi ha provato a chiarire la sua posizione sugli Epstein files e a chiudere sbrigativamente la discussione. Ha spiegato che le “centinaia di migliaia di video” che pensava fossero stati nascosti dalla procura di New York “in realtà contenevano solo materiali pedopornografici” scaricati da Epstein, e quindi non sarebbero stati resi pubblici. Inoltre ha dichiarato che, secondo le prove in suo possesso, Epstein si è suicidato, smentendo le teorie secondo cui sarebbe stato ucciso dai suoi avversari politici. “Questo è tutto ciò che possiamo dire su Epstein”, ha concluso Bondi.
Le richieste dei sostenitori
Wheeler ha cominciato a farsi conoscere quando aveva 23 anni, pubblicando, con altri giovani conservatori, il libro Young, conservative and why it is smart to be like us (Giovani, conservatori e perché è saggio essere come noi). Oggi fa parte del network di Blaze Tv, insieme ad altre personalità del mondo conservatore, come Glenn Beck e Mark Levin. Ex presentatrice di un programma di punta dell’emittente di destra One America News, Wheeler ha 3,5 milioni di follower sui social network e dice di raggiungere un numero di persone ancora più alto attraverso il suo podcast, le sue newsletter e le partecipazioni a eventi.
In una delle puntate del podcast, Wheeler ha provato a spiegare perché la vicenda Epstein è così importante per i sostenitori di Trump. “Abbiamo votato per lui perché vogliamo giustizia. Vogliamo giustizia per tutto. Vogliamo giustizia per la censura. Vogliamo giustizia per il 6 gennaio 2021. Vogliamo giustizia per la pandemia”. Dopo la morte di Epstein, Trump aveva detto di non credere che si fosse suicidato in carcere, e prima delle elezioni aveva promesso di rendere pubblica la lista dei suoi clienti. Ma ora gli elettori chiedono risultati.
Il presidente ha cercato di girare la situazione in suo favore con un lungo post sui social network, dichiarando che la rabbia per la mancata pubblicazione dei documenti su Epstein (arrestato per la prima volta durante il mandato di George W. Bush e morto nel 2019, quando alla Casa Bianca c’era Trump) è stata creata ad arte dai democratici. Ha anche definito “stupidi” alcuni repubblicani che hanno prestato attenzione alla vicenda.
Il momento di ascoltare
Wheeler ha chiesto le dimissioni di Bondi, ma sostiene di agire nell’interesse del movimento America first. “Quando sei una vera amica dici sempre la verità, anche se fa male”, ha detto. “Anche quando la verità ha conseguenze pesanti”. La donna ha ricordato che a febbraio, quando ha visitato la Casa Bianca, Karoline Leavitt, la portavoce di Trump, aveva promesso agli influencer un accesso preferenziale al governo “perché l’amministrazione Trump non vuole dare spazio ai mezzi d’informazione tradizionali, che sono controllati dalle multinazionali, odiano il movimento Maga, mentono continuamente e fanno propaganda per i nostri avversari”.
Tra gli invitati quel giorno c’erano anche Jack Posobiec, attivista di estrema destra; il commentatore Scott Presler, che ha sempre negato la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 2020; e Chaya Raichik di Libs of Tik Tok, un profilo noto per gli attacchi alla comunità lgbt.
A febbraio, dopo aver lasciato la Casa Bianca, Wheeler aveva registrato un episodio del suo podcast direttamente dall’aeroporto. “Bondi ci ha fatto vedere il fascicolo e ha detto che era tutto lì. Lo stato profondo pensa di poterci liquidare con documenti che non contengono niente”.
“Questo è uno di quei momenti in cui il presidente Trump dovrebbe ascoltarci e capire perché la sua base crede che gli Epstein files siano così importanti”, ha dichiarato Wheeler in un episodio recente del suo podcast. Secondo lei, Trump ha fatto bene a sottolineare che Epstein è morto e ci sono altre cose più importanti a cui pensare, ma non coglie il punto fondamentale della vicenda. “A noi interessa il caso Epstein per via di quello che rappresenta, cioè la giustizia”, ha concluso Wheeler. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1624 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati