mattina
in cui scrivo
poesia in simme-
tria poiché i proverbi
non mi si addicono morire
senza lasciare spoglie soprattut-
to vorrei svanire nel vapore che non
risuona nella pioggia che batte scroscia
sul tappeto di felci sono arrivato dove inten-
devo venire divenire liquido nel luogo e goccia e
divenire granello di suono di granello di chiaro baglio-
re sono nato nel segno dei Pesci e perciò sono il bambi-
no branchiato o il figlio bastardo del branzino? Di-
venire fratelli e sparpagliandomi mi disperdo
giunto fin qui io? Dal nero corvino ero ri-
volto all’aurora boreale? Mi rivolgevo
in effetti alla luce? Seguito con la
marcia nella simmetria delle
stelle orientate verso la
luce ad attraversare
il vapore poesia
che vedo di
mattina
Ryōji Asabuki è un poeta giapponese nato nel 1952, professore di letteratura francese all’Università Keio di Tokyo. Questo testo è uscito sulla rivista Gendaishi techō (Taccuino di poesia contemporanea). Traduzione dal giapponese di Edoardo Occhionero.
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Questo articolo è uscito sul numero 1640 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati