L’ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, 79 anni, si è candidato a sindaco di Davao City, la sua città natale di cui in passato è già stato primo cittadino per dieci anni. Duterte è indagato dalla Corte penale internazionale per possibili crimini contro l’umanità commessi nella campagna antidroga avviata quand’era capo dello stato. Più di seimila persone, quasi tutti tossicodipendenti o piccoli spacciatori, sono state uccise dalla polizia.
Dazi sul brandy europeo
Tra Pechino e Bruxelles aumentano le tensioni commerciali, scrive Nikkei Asia. Dall’11 ottobre gli importatori di brandy europeo in Cina devono depositare una cauzione presso le dogane cinesi. Pechino ha deciso la misura dopo che l’Unione europea ha imposto nuovi dazi doganali sulle auto elettriche cinesi. Negli ultimi mesi la Commissione europea ha avviato una serie di procedimenti contro la Cina, il più importante dei quali sulle auto elettriche. Secondo Bruxelles, i prezzi delle auto elettriche cinesi sono tenuti artificialmente bassi grazie a sussidi statali che minano la concorrenza e danneggiano i produttori europei. Al via libera ai dazi aggiuntivi si era opposta la Germania, che teme una guerra commerciale con Pechino. I dazi entreranno in vigore alla fine di ottobre. La cauzione depositata alla dogana cinese sarà poi addebitata retroattivamente se la Cina deciderà formalmente di applicare dei dazi aggiuntivi per compensare una presunta concorrenza sleale dei produttori di brandy europei. La Commissione europea ha detto che presenterà ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio contro le misure cinesi. ◆
Attacco alla via della seta
Il 6 ottobre a Karachi tre persone sono morte in un attentato. Due erano cittadini cinesi che lavoravano a vari progetti infrastrutturali della Belt and road initiative, la nuova via della seta. L’attacco è stato rivendicato dall’Esercito di liberazione del Belucistan, un gruppo separatista della provincia più estesa e più povera del paese, che da tempo ha preso di mira i cittadini cinesi. In Belucistan c’è uno dei progetti più importanti, il porto di Gwadar, dove termineranno l’arteria stradale e ferroviaria che collegheranno la provincia cinese dello Xinjiang al mare arabico. Il Belucistan è ricco di minerali e idrocarburi, ma i proventi dello sfruttamento di queste risorse non arrivano alla popolazione. Il problema degli attentati nella provincia si era posto quando nel 2015 fu annunciato il megaprogetto e non è stato risolto. E questo per Islamabad è un problema, scrive Dawn. Il paese è alle prese con una grave crisi economica, e le infrastrutture cinesi sono fondamentali, anche se indebiteranno ulteriormente il paese. Il Pakistan il 15 e 16 ottobre ospiterà il summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, che riunisce Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, India e Pakistan, e probabilmente l’attentato è stato un avvertimento per le autorità di Islamabad, oltre ad aver dimostrato l’inadeguatezza delle misure di sicurezza.
Il giudizio del Kashmir
L’8 ottobre sono arrivati i risultati delle prime elezioni legislative in dieci anni nel Kashmir indiano, le prime dopo che nel 2019 il primo ministro Narendra Modi ha revocato l’autonomia allo stato, l’ha declassato a territorio e l’ha diviso in due. Il voto era quindi considerato un referendum sulla decisione di Modi. Il Bharatiya janata party (Bjp) del primo ministro è arrivato secondo con 29 seggi, tutti dalla regione del Jammu, a maggioranza indù. “È il miglior risultato del partito dal 1987”, scrive Scroll. “Ma la vittoria schiacciante è andata all’alleanza tra la National conference (partito locale che si era opposto alla revoca dell’autonomia) e il partito del Congress, che hanno ottenuto 49 seggi su 90. Non che il Bjp non avesse provato con misure di vario genere a limitare gli effetti della sua impopolarità nella valle del Kashmir, ma non è servito”. Qualcuno ricorda, però, che il parlamento locale ha poteri solo nominali in materia di istruzione e cultura, e che è New Delhi a scegliere il governatore”, scrive Al Jazeera.
Kazakistan Il 6 ottobre gli elettori hanno approvato a grande maggioranza, con un referendum, la costruzione della prima centrale nucleare del paese. Gli oppositori del progetto hanno avuto difficoltà a farsi sentire: decine di loro sono stati arrestati nelle ultime settimane.
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