“Fratelli e sorelle della Deutsche Bahn, vergognatevi per aver dato retta al fratello Weselsky e non aver issato bandiera bianca”, dice la vignetta in prima pagina della Frankfurter Allgemeine Zeitung. Gli obiettivi dei disegnatori Greser e Lenz sono due: il sindacato tedesco dei macchinisti, Gdl, che continua a bloccare il traffico ferroviario seguendo le indicazioni del suo leader, Claus Weselsky, che chiede aumenti degli stipendi e una settimana lavorativa di 35 ore; e soprattutto il papa, che con un’intervista alla Radiotelevisione svizzera ha sollevato un polverone. Bergoglio ha invitato al “coraggio della bandiera bianca” per fermare la guerra in Ucraina e all’apertura di negoziati di pace con la Russia. Parole che non sono piaciute al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. Secondo il corrispondente da Roma “le dichiarazioni di Francesco riflettono le caratteristiche della sua ‘diplomazia di pace’, che porta avanti fin dalla sua elezione. Ma consigliando alla vittima di un attacco di arrendersi prima che le cose peggiorino, il papa pone la legge del più forte al di sopra del diritto”. ◆
Bandiera bianca
Un voto rivelatore
La coalizione conservatrice Alleanza democratica (Ad), guidata da Luís Montenegro, è arrivata in testa alle elezioni politiche del 10 marzo con il 29,49 per cento dei voti, seguita dal Partito socialista e dall’estrema destra di Chega. Dopo quasi nove anni i socialisti perdono quindi il governo del paese. Ora Ad deve provare a formare un governo di minoranza, visto che durante la campagna elettorale aveva escluso un’alleanza con Chega. Uno spostamento a destra che preoccupa molti analisti, soprattutto perché avviene nel cinquantesimo anniversario della caduta della dittatura, il 25 aprile 1974. Bisogna però capire “il vero significato del voto antisistema”, scrive João Miguel Tavares su Público. “Queste elezioni mostrano chiaramente che dopo cinquant’anni di democrazia molte persone hanno perso la speranza in un cambiamento. Chega potrà non sapere come risolvere i problemi di queste persone né come contrastare la tendenza del paese a essere sempre più diviso tra la costa e l’interno, tra ricchi centri urbani e periferie povere. Ma è un partito che segnala un malcontento, dà voce a chi è arrabbiato. Ed è, in questo senso, un’esplosione civica rilevante e una manifestazione democratica di disperazione”.
Vittoria contro la miniera
La Romania ha vinto l’arbitrato internazionale contro un’azienda mineraria canadese per la mancata apertura della miniera d’oro di Roșia Montană. La Gabriel Resources aveva chiesto un risarcimento di 6,1 miliardi di euro al governo di Bucarest per la sua decisione di bloccare, nel settembre 2013, il progetto di Roșia Montană, in una zona dei Carpazi di grande valore naturalistico e archeologico (ospita alcune gallerie minerarie di epoca romana, patrimonio Unesco dal 2021). Il progetto della miniera aveva innescato tra il 2012 e il 2013 una serie di proteste in tutto il paese, che avevano convinto il governo alla definitiva marcia indietro. “È la notizia migliore che potessimo ricevere”, scrive Ziarul Financiar. Il quotidiano fa notare che agli occhi dei romeni il caso è “simbolo di cattivo governo, irresponsabilità e stupidità”, e aggiunge che “le risorse risparmiate potranno essere spese per istruzione, sanità e infrastrutture”.
L’11 marzo vent’anni dopo
L’11 marzo 2004 dieci zaini bomba esplodono su quattro treni suburbani di Madrid: gli attentati sono rivendicati da Al Qaeda, all’epoca l’organizzazione jihadista più potente. In occasione del ventesimo anniversario degli attentati, in cui persero la vita 192 persone e ne rimasero ferite quasi duemila, in Spagna si sono svolte numerose commemorazioni. Da allora, ricorda El País, il terrorismo di matrice islamica è molto cambiato: Al Qaeda ha lasciato il posto al gruppo Stato islamico, i cui miliziani, responsabili di attentati successivi, “non sono più immigrati di prima generazione, ma i loro figli, nati o cresciuti in Spagna”. Tra loro anche minori, donne e persone che si sono radicalizzate in carcere.
Ucraina Il 12 marzo l’Ucraina ha lanciato un’ampia offensiva in territorio russo. Un attacco con droni e missili ha colpito alcuni impianti petroliferi ( nella foto ), tra cui una delle principali raffinerie del paese. Contemporaneamente una formazione paramilitare russa che combatte per Kiev si è infiltrata nelle regioni russe di Kursk e Belgorod.
Germania Un incendio ha distrutto un traliccio dell’elettricità vicino allo stabilimento della Tesla a sud di Berlino. Secondo le autorità il rogo è stato appiccato da alcuni attivisti che si oppongono al piano di espansione della fabbrica.
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