I record cadono uno dopo l’altro, come tessere del domino. Il 1 luglio il Belgio ha vissuto la sua giornata più calda da quando sono effettuate le misurazioni. Il 2024 era già stato l’anno più caldo mai misurato sia a livello mondiale sia in Europa, il continente che si è riscaldato più rapidamente. Nel breve termine non c’è nulla che lasci sperare in una tregua. Statisticamente sappiamo che i giorni più caldi dell’estate devono ancora arrivare. Nel lungo termine, le previsioni sono abbastanza facili: le ondate di calore saranno più numerose, più intense e più lunghe. Mentre gli scienziati continuano a documentare gli effetti della crisi climatica sulla mortalità, i sistemi sanitari, l’economia e la biodiversità, gli scenari futuri diventano più precisi. Le raccomandazioni vengono ripetute all’infinito, ma non è ancora il momento di lasciarsi prendere dal panico: le soluzioni esistono. Certo, ci saremmo aspettati che davanti a prospettive così preoccupanti suonassero gli allarmi ovunque, con una mobilitazione generale. E invece niente. I governi dichiarano di voler seguire la scienza, ma in realtà si preoccupano solo di sfuggire alle loro responsabilità e rinviare decisioni difficili. Abbiamo bisogno di uno slancio, di misure decisive, di scelte economiche lungimiranti, di discorsi chiari e di un percorso virtuoso. Avete visto qualcosa del genere negli ultimi giorni? Niente. Probabilmente, prima dovremo aspettare effetti più gravi e più mediatici delle morti silenziose di cui ogni anno evitiamo di parlare. Ma a quel punto il cambiamento che avremmo potuto costruire insieme ci sarà imposto nel disordine e nella sofferenza. Le autorità hanno una responsabilità pesante, ma anche noi cittadini dovremmo farci un esame di coscienza, analizzando razionalmente le nostre scelte di vita, le nostre abitudini, il modo in cui ci spostiamo e la nostra alimentazione, tutte cose che spesso sono in contraddizione totale con le necessità del mondo moderno. Naturalmente “un piccolo gesto individuale” non basta a fermare la crisi climatica, ma è comunque un esempio, un simbolo della volontà di coerenza, per quanto imperfetta. Collettivamente, una massa di piccoli gesti dimostrerebbe meglio di qualsiasi sondaggio la volontà di scuotere la politica, l’economia e la società. Invece, una somma di egoismi – individuali, politici ed economici – è la migliore garanzia di un futuro drammatico. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1621 di Internazionale, a pagina 15. Compra questo numero | Abbonati