Erano robinie, soffiava verso qui dal lago ciò
che faceva tremare le foglie, tremolare i piccioli,
luminosi, come fossero eterni, si somigliavano i
giorni quando si avvicendavano quieti, a lungo,
finché giallo sbiadito giacque in massa,
brillante dopo la pioggia, tutto questo
tardivo parlare, vacillare e
mancare.  
Michael Donhauser è un poeta e traduttore austriaco nato nel 1956. È autore di molte raccolte, tra cui I canti più belli (Di Felice Edizioni 2012), a cura di Gio Batta Bucciol, che ha curato anche l’antologia di Donhauser E come mani erano i miei occhi (Molesini Editore 2023). Questa poesia è tratta dalla sua ultima raccolta, Wie Gras (“come erba”, Matthes & Seitz 2022). Traduzione dal tedesco di Dario Borso.
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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati
 
			 
                     
                     
                     
	                 
	                 
	                 
            