Jim è un impiegato di una piccola banca del Kansas. Mentre controlla alcune operazioni finanziarie dell’istituto, si accorge che da qualche settimana vengono fatti dei trasferimenti da un milione e mezzo di dollari verso una società di criptovalute con sede a Singapore. I trasferimenti non sembrano essere un furto, anzi: a ordinare i bonifici è l’amministratore delegato della banca, Shan Hanes. Messo alle strette dai soci, Hanes sarà costretto a confessare di aver seguito i suggerimenti di una consulente conosciuta online e di aver investito quasi cinquanta milioni di dollari in una frode digitale, causando la bancarotta dell’istituto. Quello in cui era caduto Hanes è chiamato sha zhu pan, ovvero, la “macellazione del maiale”. Il maiale in questione è la vittima interessata a investire in criptovalute, che viene lusingata per settimane per ottenerne la fiducia, spinta a investire enormi somme in valuta digitale e poi spremuta fino all’ultima goccia di sangue finanziario disponibile. Dall’altro capo della truffa c’è una nuova industria che cresce tra Singapore, Cambogia e Birmania, impiegando più di 250mila persone per lo più in campi di prigionia o in ghetti abitati da migranti senza documenti. Negli ultimi mesi molti podcast hanno raccontato il fenomeno dello sha zhu pan, ma questa serie dell’Economist è più efficace nel descrivere la complessità del sistema.
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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati