Il 15 agosto 2023, alle prime ore del giorno, più di quattrocento poliziotti hanno fatto irruzione in alcuni immobili nei quartieri più lussuosi di Singapore. Secondo una soffiata, alcuni cittadini stranieri stavano riciclando enormi quantità di denaro. Gli agenti hanno sequestrato 94 proprietà e cinquanta veicoli, insieme a denaro contante, borse di marchi esclusivi, gioielli, due lingotti d’oro e criptovalute per un valore complessivo di tre miliardi di dollari di Singapore (due miliardi di euro).

Lo scandalo ha sconvolto la città-stato asiatica. Le autorità locali sono state messe in imbarazzo soprattutto dal fatto che sei family office – aziende non quotate e scarsamente regolamentate per la gestione dei patrimoni di persone ricche – non solo erano usati per riciclare denaro e amministrare fondi illeciti, ma beneficiavano anche di agevolazioni fiscali. “È stato un clamoroso campanello d’allarme”, spiega Yishan Lee, dirigente del fondo d’investimento Iq-Eq ed ex funzionario dell’autorità monetaria di Singapore, un ente che svolge di fatto le funzioni di banca centrale. “I criminali hanno individuato una serie di punti deboli nelle banche e nei family office”, spiega un operatore finanziario che ha chiesto di restare anonimo. “Una volta trovato un varco, è facile contaminare tutto il sistema”.

L’episodio è solo l’ultimo di una serie di scandali che hanno attirato l’attenzione sulla gestione e sui potenziali abusi dei family office. Di solito con quest’espressione si intende un’azienda che fornisce consulenza finanziaria e altri servizi a un individuo o a una famiglia ricca. Nella maggior parte dei paesi, però, le competenze e la struttura legale di questa attività sono piuttosto vaghe. Tradizionalmente i family office sono uno strumento che permette alle famiglie ricche di gestire in autonomia il patrimonio e le questioni legali, ma ormai il settore comprende aziende che svolgono molte funzioni, dalla distribuzione dei fondi alla filantropia fino ai servizi personali più disparati, come portare i cani a passeggio. Si distinguono in single family office (al servizio esclusivo di una sola famiglia) e ci sono multiple family office (che ne seguono più di una).

La quantità complessiva di denaro che gestiscono è impressionante, e continua a crescere. Secondo una stima della società di consulenza Deloitte, nel 2024 più di ottomila famiglie nel mondo ne avevano uno esclusivo, per un patrimonio complessivo di 3.100 miliardi di dollari. Nel 2030 si prevede che si arriverà quasi a undicimila, con un patrimonio da 5.400 miliardi. I 320 family office presi in esame da uno studio fatto nel 2024 dalla banca svizzera Ubs gestivano in media un patrimonio netto di 2,6 miliardi di dollari.

La loro espansione inarrestabile sta alimentando una serie di interrogativi su quale sia il loro scopo e quali norme servano per regolarli

Per avere un’idea della portata del fenomeno, basti pensare che secondo la società di ricerca Hfr nel 2024 il mercato globale dei fondi speculativi gestiva 4.500 miliardi di dollari. A Singapore i dati del governo indicano che il numero di family office esclusivi è arrivato a duemila alla fine del 2024, il 43 per cento in più rispetto all’anno prima. In Nordamerica la Deloitte stima che si arriverà a 4.300 entro il 2030, quasi il doppio rispetto al 2019.

I family office sono uno dei fenomeni finanziari più in crescita, ma anche uno dei meno conosciuti e regolati. Questa espansione inarrestabile sta alimentando una serie di interrogativi su quale sia il loro scopo reale e su come regolarli. A Hong Kong il governo li considera strumenti per attirare persone ricche nel territorio e aiutare l’economia locale. In Europa un caso recente incentrato su una presunta truffa ha attirato l’attenzione sull’ambiguità del nome family office, mentre negli Stati Uniti queste aziende sono al centro di un dibattito fin dal 2021, quando fallì la Archegos Capital Management, azienda considerata un family office ma che in realtà operava come un fondo speculativo ad alto rischio. Il congresso statunitense ha preso alcune iniziative per regolare il settore, anche se ancora non è stata approvata nessuna legge. Secondo alcuni esperti, i family office sono una fonte latente di rischio nel sistema finanziario, perché sfuggono al controllo delle autorità. Ora che negli Stati Uniti l’amministrazione Trump sta volutamente trascurando la lotta ai crimini finanziari, è molto probabile che le preoccupazioni per i possibili abusi continueranno a crescere.

Chuck Collins, direttore del Program on inequality and the common good dell’Istituto di studi politici di Washing­ton, sostiene che il rischio di attività illegali non è sparito con il crollo della Archegos. I family office sono “un paradiso non regolamentato per i capitali statunitensi”, spiega Collins. “In diversi casi si tratta di aziende d’investimento ad alto rischio che raggruppano enormi capitali per impiegarli senza alcuna trasparenza né sorveglianza”.

L’opacità può causare confusione. C’è gente che si presenta come un family office ma in realtà vuole solo vendere prodotti finanziari

Anche se il termine non esisteva ancora, John D. Rockefeller è considerato il creatore del primo family office, nel 1882. L’obiettivo dell’imprenditore era quello di avere un’amministrazione unica per i suoi affari e gli investimenti della famiglia. Il suo esempio fu seguito da altre famiglie dell’età dell’oro americana, come i Carnegie e i Vanderbilt. Da allora i gestori di patrimoni familiari sono diventati sempre più diffusi, in parte grazie a operazioni molto redditizie, come i collocamenti in borsa e le vendite ai fondi di private equity (investimento di capitali in aziende non quotate). Una spinta ulteriore è arrivata dalla rapida crescita delle aziende tecnologiche. Secondo uno studio fatto nel 2024 dall’università svizzera di San Gallo, tra le funzioni di base di queste aziende ci sono la distribuzione dei fondi, l’investimento, la contabilità e la gestione del rischio finanziario. Metà dei family office esaminati offrivano anche assistenza nella vita privata e servizi di sicurezza.

In termini di personale “i family office tendono a essere piuttosto snelli”, ha dichiarato ai ricercatori della Ubs il capo di un family office svizzero. Un quinto delle aziende esaminate non superava i tre dipendenti, mentre nella maggior parte dei casi non si andava oltre i dieci. Tuttavia alcune famiglie molto ricche si affidano a strutture in cui lavorano centinaia di persone.

Anche il livello professionale varia sensibilmente. Nel 2024 un processo nel Regno Unito ha portato alla luce la vicenda di un australiano residente nel principato di Monaco che aveva chiesto al suo istruttore di yoga di aprire un family
office a Londra. Nick Warr, dello studio legale Taylor Wessing, spiega che “da un lato, soprattutto nel caso di molte famiglie mediorientali, c’è l’ex avvocato di famiglia che ha tre cellulari e fa da family office; dall’altro ci sono strutture che possono gestire in modo professionale le finanze, lo stile di vita, le questioni legali e la contabilità di una famiglia”. Vent’anni fa una persona aveva bisogno di un patrimonio di duecento milioni di dollari per creare un family office “pienamente funzionale”, dice Warr. Oggi la cifra è di 3-4 miliardi di dollari.

La differenza tra l’uso di una banca e il ricorso a un family office è “la stessa che c’è tra il prêt-à-porter e l’alta moda”, spiega Jean-Baptiste Wautier, ex dirigente di un fondo di private equity che oggi ha un suo family office. Secondo lui il family office è “una combinazione tra un mini-fondo e una società per la gestione patrimoniale. Se puoi permetterti un family office, per definizione sarà sempre più adatto alle tue esigenze rispetto alle alternative”. Michael Viana, dirigente della Ubs, spiega che “ogni family office è uno specchio della famiglia e delle sue necessità”.

Usati come esca

In un’epoca in cui i centri finanziari globali si fanno concorrenza per attirare i miliardari, i family office sono spesso usati come esca. A Singapore possono gestire denaro senza sostenere i costi esorbitanti dei fondi d’investimento, a patto che abbiano un conto presso una banca e rispettino alcuni criteri relativi alla proprietà, alla struttura e ai beneficiari. Ulteriori requisiti, come il superamento di una certa dimensione e la presenza di dipendenti con determinate qualifiche, consentono perfino di avere degli sgravi fiscali.

Singapore, 25 agosto 2018 (Edwin Koo, The New York Times/Contrasto)

Anche Hong Kong offre condizioni invitanti. Quelli al servizio di un’unica famiglia che gestiscono più di 240 milioni di dollari di Hong Kong (27 milioni di euro) e rispettano una serie di parametri non devono pagare tasse sui profitti. Secondo Winnie Peng, direttrice del Centro Roger King per gli affari familiari e i family office dell’università di scienze e tecnologie di Hong Kong (Hkust), l’obiettivo è attirare duecento nuovi family of­fice entro la fine del 2025 (nel 2023 ce n’erano 2.700). “Mi sembra una cifra assolutamente alla portata, penso che possano riuscirci facilmente”, sottolinea Peng.

Negli Stati Uniti i family office sono in teoria soggetti all’Investment advisers act, che prevede la registrazione presso la Securities and exchange commission (Sec, l’autorità di vigilanza del mercato finanziario). Tuttavia grazie alla cosiddetta “regola dei family office”, le aziende con “un’unica famiglia cliente”, che è anche la proprietaria, sono esentate dalla registrazione, perché la famiglia è considerata “finanziariamente competente e meno bisognosa delle protezioni per cui l’Advisers act è stato pensato”, si legge in una guida dello studio legale Squire Patton Boggs.

Anche negli Stati Uniti i family office possono ottenere agevolazioni fiscali. In alcuni casi, per esempio, possono scaricare le commissioni per la gestione degli investimenti, gli affitti e i salari. “Quando le spese di un family office raggiungono il milione di dollari, gli sgravi fiscali potenziali sono nell’ordine di centinaia di migliaia di dollari”, si legge in un rapporto del 2024 della Ubs. La situazione è simile nel Regno Unito, dove secondo una stima del 2016 erano attivi circa mille family office, anche se raccogliere dati affidabili è difficile a causa delle natura ambigua di queste aziende.

Oltre agli sgravi fiscali, esistono altri motivi per cui l’idea di creare un family office può risultare allettante. Lauren Cohen, professore di finanza e impresa della Harvard business school, sottolinea che le famiglie vogliono “autonomia” per perseguire le loro strategie, che si tratti di investire in “risorse innovative” come i private equity e le criptovalute, o di indirizzare il denaro verso attività filantropiche e sociali. Secondo il Global family office report, realizzato nel 2024 dalla Ubs, questi investimenti alternativi rappresentano il 42 per cento dei portafogli, una percentuale più alta degli investimenti tradizionali. Cohen, tuttavia, ritiene che all’origine della scelta di creare un family office ci siano anche considerazioni meno materiali: “C’è una pressione sociale che nasce dalla volontà di seguire l’esempio dei conoscenti. Chi non ha un family office si sente inadeguato”.

A causa della natura scarsamente regolata di queste aziende, oggi chiunque può sostenere di gestire un family office e operare senza troppe restrizioni. Rutger Janse, cittadino olandese in attesa di processo per una presunta truffa da quattro milioni di euro (secondo l’accusa non avrebbe mai investito il denaro raccolto), ha partecipato ad almeno tre conferenze specialistiche presentandosi come il presidente e amministratore delegato della Janse Capital Family Office, un’azienda che a quanto pare non è mai esistita. Al Financial Times ha detto di non poter rilasciare dichiarazioni, perché il procedimento a suo carico è ancora in corso.

Nello scandalo esploso nel 2023 a Singapore, i family office fornivano una patina di rispettabilità al riciclaggio di denaro incassato con le scommesse illegali. I criminali usavano documenti falsi per convincere le banche che il denaro proveniva da fonti lecite. Questo meccanismo ha permesso ai family office di ricevere e gestire somme enormi. L’opacità può causare confusione, riconosce Sara Hamilton, fondatrice della Family office exchange, un’organizzazione di categoria degli Stati Uniti: “C’è gente che si presenta come un family office ma in realtà vuole solo vendere prodotti finanziari”.

Patrimoni miliardari
Valore dei patrimoni familiari e della parte gestita dai family office, migliaia di miliardi di dollari (fonte: deloitte)

Secondo Cohen, l’assenza di una definizione formale è un problema a Singapore e a Hong Kong. “Chiunque potrebbe dire ‘sono il family office Professor Cohen e gestisco questo patrimonio’. Qualunque fornitore di servizi finanziari può spacciarsi per un family office e introdursi in una comunità”. Questo processo, spiega Cohen, abbassa gli standard del settore. “Se non sei interessato agli sgravi fiscali puoi operare in piena libertà, sempre ammesso che tu riesca a convincere le banche ad aprirti un conto”, dice Yishan Lee, della Iq-Eq, parlando del caso di Singapore. Winnie Peng, dell’università di scienza e tecnologia di Hong Kong, ritiene che la situazione sia molto simile a Hong Kong, dove solo chi è interessato alle agevolazioni fiscali deve rientrare in una certa definizione di “family office”. In caso contrario, chiunque può dire di gestirne uno. Molti altri esperti sostengono che il termine sia usato a sproposito, ma Wautier ha una posizione più netta: “Non possiamo dire che è usato a sproposito, perché per usare un termine a sproposito è necessario che in precedenza sia stato definito adeguatamente. E non è questo il caso”.

Molte cose diverse

Non tutti si preoccupano per questa approssimazione. “Dobbiamo semplicemente riconoscere che un family office non è qualcosa di definito, ma può essere molte cose diverse”, spiega un avvocato che ne gestisce uno a Londra. Ma c’è anche chi, allarmato dalla mancanza di trasparenza intorno ai family office e dalle somme esorbitanti che amministrano, sostiene che la crescita di queste aziende stia diventando un problema per le autorità di vigilanza, i governi e i cittadini. Negli Stati Uniti il dibattito si è acceso dopo lo scandalo della Archegos. Creata dall’ex operatore di Wall street Bill Hwang per gestire il proprio patrimonio, la Archegos alla fine era un fondo speculativo ad alto rischio che amministrava più di 36 miliardi di dollari. Quando l’azienda è stata dichiarata insolvente, doveva più di dieci miliardi ai creditori e aveva fatto perdere 5,5 miliardi di dollari al Credit Suisse (contribuendo al fallimento della banca, arrivato due anni dopo). Hwang è stato ritenuto colpevole di truffa e manipolazione del mercato e condannato a un anno e mezzo di carcere.

Un fenomeno in crescita
Numero di family office nel mondo (fonte: deloitte)

Dato che la Archegos era classificata come family office, non doveva rispettare le norme sulla trasparenza, quindi la truffa è rimasta nascosta fino a quando non è stato troppo tardi. “I family office sono cresciuti al punto da essere profondamente connessi al resto del sistema”, ha dichiarato la parlamentare democratica Alexandria Ocasio-Cortez dopo il crollo della Archegos. “Le loro attività possono influire sulla stabilità dei nostri mercati finanziari”. Nel tentativo di affrontare il problema, Ocasio-Cortez ha presentato una proposta di legge che obbliga i family office con un patrimonio di almeno 750 milioni di dollari a registrarsi come consulenti d’investimento presso la Sec e quindi a sottostare alle norme sulla trasparenza. La legge non è stata approvata.

L’ong Americans for financial reform education fund ha criticato la mancanza di regole per i family office negli Stati Uniti. Nel 2024 l’organizzazione ha scritto al direttore del Financial crimes enforcement network (FinCen, un ente che dipende dal dipartimento del tesoro) sostenendo che la definizione di “istituzione finanziaria” dovrebbe includere anche i family office, perché in molti casi “la fonte del loro capitale” risulta “problematica”. L’organizzazione ha citato l’esempio dell’oligarca russo Viktor Vekselberg, il cui family office era il principale azionista di un fondo di private equity statunitense. In seguito Vekselberg è stato sottoposto a sanzioni economiche per i suoi presunti legami con il Cremlino. L’oligarca ha ribadito di non aver alcun ruolo nelle attività politiche di Mosca.

Il picco dopo il 2010
Numero di family office, per periodo di fondazione e per regione (fonte: deloitte)

Altri esperti sono preoccupati dalla quantità colossale di denaro gestita dai family office, un pericolo evidenziato dallo spettacolare collasso della Archegos. “Il motivo per cui rappresentano un rischio elevato è che amministrano cifre gigantesche”, spiega Yishan Lee. “Hanno grandi risorse per riciclare denaro e possono farlo senza essere scoperti. Quindi quando il castello crolla, le conseguenze possono essere drammatiche”.

Dopo lo scandalo di Singapore, l’autorità monetaria ha ampliato la definizione di family office inserendo come requisito il possesso di un conto presso una banca regolamentata. Inoltre l’istituzione sta applicando criteri più precisi sui componenti della famiglia, che per essere considerati tali devono avere un antenato in comune entro cinque generazioni, partendo dal familiare più giovane. Nel 2024 l’India ha annunciato che avrebbe preso di mira i family office nel tentativo di evitare l’evasione fiscale e la fuga di capitali.

C’è chi sostiene che gli Stati Uniti e altri paesi dovrebbero seguire questo esempio. Anche se la proposta di legge di Ocasio-Cortez non è stata approvata, Chuck Collins del Program on inequality and the common good sostiene che i family office “dovrebbero essere soggetti alle stesse norme sulla trasparenza dei fondi speculativi” e che quelli con un patrimonio superiore a una determinata soglia dovrebbero comunicare alla Sec “informazioni sull’indebitamento, sugli investimenti e sull’esposizione al rischio”.

“Quanto sono grandi questi capitali? Stanno acquisendo il controllo di settori critici della nostra economia?”, si chiede Collins: “Come interagiscono con le aziende quotate in borsa e con quelle private?”. In realtà sembra che nel settore e nella società non ci sia un grande desiderio di cambiamento, soprattutto ora che la Casa Bianca è occupata da Donald Trump. Ma i pericoli restano significativi, sottolinea Collins. “Fra tre anni potremmo ritrovarci alle prese con molte domande: chi sono questi family office? Come hanno fatto ad assumere il controllo di una fetta così grande della nostra economia? Com’è possibile che nessuno li abbia controllati?”. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1612 di Internazionale, a pagina 54. Compra questo numero | Abbonati