Dave Eggers non ha bisogno di presentazioni, è uno dei grandi di questa generazione, sempre pieno d’inventiva, coraggio e amore per il mondo. Le sue storie partono sempre dal nostro lato più umano, dal centro esatto dei nostri cuori. Gli occhi e l’impossibile, un titolo misterioso e bellissimo, scaturisce davvero dal cuore. Il protagonista è un cane, Johannes, che corre, corre, corre. E lui è gli “occhi”: all’inizio del libro ci spiega come è diventato una sorta di osservatore del parco dove vive, chiara metafora del nostro pianeta. Oltre a guardare, cerca di cogliere ogni minimo sospiro, cambiamento, vibrazione. È l’occhio dell’equilibrio. Ha anche degli assistenti in questo lavoro di osservazione del mondo circostante. Ci sono un pellicano, un procione, uno scoiattolo, un gabbiano. Eggers costruisce intorno a loro un mondo invaso da umani, costruzioni, altri animali. Un mondo che muta, che cade, che trema. E in tutto questo Johannes pensa, riflette, sospira. Il testo, in bilico tra i generi, un po’ romanzo mistico, un po’ fantascienza, riesce a incuriosire il lettore attraverso un sapiente uso delle parole. E c’è quasi una identificazione con Johannes, diventiamo noi Johannes e lui in fondo è già noi. Una grande storia dove Dave Eggers è stato come al suo solito molto brillante e molto generoso. ◆
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1566 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati