La diffusione dei sistemi di geolocalizzazione che ci permettono di trovare la strada grazie al nostro telefono stanno probabilmente erodendo la nostra capacità di orientarci nello spazio. Questa capacità, spiega Jerry Brotton, storico britannico esperto di cartografia rinascimentale e docente all’università Queen Mary di Londra, non è solo naturale, ma è stata costruita dall’umanità nel corso di millenni di sviluppo culturale. A sostenerla sono stati i quattro punti cardinali, invenzione antichissima e straordinariamente longeva. Dopo un primo capitolo di spiegazione generale che ne traccia la storia attraverso il riferimento a carte e strumenti in costante evoluzione, quattro capitoli li prendono in esame separatamente, cercando di mostrare quanti diversi usi, significati, valori gli sono stati attribuiti. Dall’est, identificato presto dai culti solari e trasfigurato infine nell’immagine dell’alterità orientale, all’ovest, la direzione più proteiforme, divenuta identità dei dominanti e per questo sottoposto a critica, passando per il sud, prima identificato come luogo legato a un passato antico e potente poi a un futuro di redenzione, e il nord, da sempre punto di attrazione e oggi banco di prova della catastrofe climatica. Erudito, chiaro e brillante, Brotton storicizza i nostri riferimenti più immediati e fa riflettere su come tutto cambi continuamente significato. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati