Andate su Google, scrivete sulla barra di ricerca “jmail.world” e vi ritrovate davanti a una schermata simile a un account di Gmail. Solo che la posta è quella di Jeffrey Epstein. Il sito Jmail è stato creato da due ingegneri di San Francisco, Riley Walz e Luke Igel. A Wired hanno raccontato di averci messo appena una notte, usando i ventimila documenti resi pubblici da una commissione d’inchiesta del congresso statunitense. In questo modo chiunque può spulciare in modo intuitivo tutti i messaggi inviati e ricevuti dal finanziere pedofilo, cercando tra i risultati o selezionando i destinatari, per leggere, per esempio, solo gli scambi con Steve Bannon o Ghislaine Maxwell.
Gaia Berruto

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Questo articolo è uscito sul numero 1642 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati