Un’app che blocca altre app, per potersi concentrare e non cadere nella dipendenza da social network. Ne esistono molte e l’editorialista del New Yorker Kyle Chayka ha raccontato la sua esperienza con Opal: “C’è una chiara domanda per quella che potremmo chiamare tecnologia antitecnologica”, scrive Chayka, che ha dato a Opal la lista di app e gli orari in cui non vuole usarle. “Secondo la scienza comportamentale la vergogna non è una forte motivazione per stimolare il cambiamento personale. È meglio il rinforzo positivo. Quindi posso guardare nella mia app Opal e vedere che il tempo che trascorro davanti allo schermo è diminuito di oltre il 35 per cento da quando ho cominciato a usarla”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1630 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati