La processione è formata da circa cento persone, quasi tutte giovani. Partiamo dalla chiesa di San Martino di Struppa e ci avviamo lungo un sentiero che si arrampica sulle montagne intorno a Genova. In alto ci sono tutte le tonalità del verde. In basso, invece, il porto e il mare che riflette l’azzurro del cielo. Sono pendii carichi di storia ed è per questo che siamo qui. I sentieri sono quelli usati dai partigiani durante la resistenza. Andrea Ricchini, sacerdote di San Martino, fu deportato ad Auschwitz per rappresaglia quando i partigiani fecero saltare un ponte separando le truppe tedesche dalle linee di rifornimento. Ricchini sopravvisse, dopo la guerra tornò in paese e guidò la parrocchia per trent’anni.
Mortalità e moralità
La passeggiata, una tappa della campagna elettorale, è un omaggio a Ricchini e ai partigiani. Ma è anche una sfida simbolica all’attuale presidente della regione, un conservatore sostenuto da partiti di destra e dai neofascisti. In Liguria e in altre sei regioni, il 20 e il 21 settembre si andrà al voto. Le elezioni saranno le prime dopo il covid-19. In Italia più che da altre parti si respira un’aria da esame di coscienza. Il dibattito è incentrato su quello che lo scrittore Giuseppe Genna definisce “uno scontro con la mortalità che diventa uno scontro con la moralità, uno sguardo a come eravamo e a chi siamo ora: ‘Qual è stato il significato di tutto questo?’”.
Le elezioni, accompagnate da un referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, saranno la prima occasione per vedere se l’Italia è pronta ad aprirsi a una politica nuova e tollerante o se invece si sposterà ancora più a destra. In alcune regioni il voto si trasformerà in un referendum sulla gestione della pandemia, un argomento che trascende le ideologie. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, vincerà facilmente dopo essere diventato una stella di internet grazie alle sue posizioni inflessibili durante il lockdown. Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, della Lega, è tra i favoriti.
Mentre il centrosinistra e la sinistra sono indeboliti, come sempre, dagli scontri interni al governo, la destra mantiene solida l’alleanza tra Forza Italia e i neofascisti di Fratelli d’Italia, guidati da Giorgia Meloni, e la Lega di Matteo Salvini, contraria all’accoglienza dei migranti. Questa è la coalizione al potere in Liguria, con il presidente uscente Giovanni Toti.
L’avversario di Toti è un politico tanto improbabile quanto intrigante: Ferruccio Sansa, che guida il gruppo nella passeggiata in montagna. Scrittore e giornalista, è figlio di questa terra e di un ex sindaco di Genova, il poeta Adriano Sansa, che cercò di portare un cambiamento e di combattere la corruzione dopo l’inchiesta Mani pulite. Durò appena un mandato.
Dobbiamo discutere delle cose materiali, ma anche dei valori e di chi siamo
Ferruccio Sansa ha scritto libri e articoli per denunciare la corruzione. Nel suo testo Il partito del cemento (Chiarelettere 2008) fa luce sul coinvolgimento della criminalità organizzata nel settore edile molti anni prima del crollo del ponte Morandi. Un altro libro di Sansa, _Il sottobosco _(Chiarelettere 2012), racconta la corruzione in tema di affari tra i partiti e chiama in causa anche il Partito democratico (Pd), che oggi lo sostiene insieme al Movimento 5 stelle e a varie forze ambientaliste. Ma molti degli scritti di Sansa sono poetici e riflessivi, dedicati alla storia e alla bellezza della regione che vorrebbe governare.
Il più giovane anziano
Sansa è venuto a prendermi alla stazione di Genova a bordo della vecchia Fiat blu di sua madre e lungo la strada si è fermato per soccorrere un anatroccolo caduto dal nido e rimasto sull’asfalto. Ha bloccato il traffico ricevendo l’approvazione degli altri automobilisti. Sembra incredibile che un uomo così aspiri a guidare e a riformare la macchina politica ligure.
In cima alla montagna, affacciati sul Mediterraneo, i sostenitori di Sansa gli esprimono il loro incoraggiamento. Enrico Peschiera, tra gli organizzatori delle manifestazioni liguri di Black lives matter e Fridays for future, ammette che “prima non avevamo una voce in politica. Ora è arrivato Ferruccio, il più giovane anziano della Liguria”. Sansa ha 52 anni. “La Liguria ha l’età media più alta d’Italia. Noi vogliamo renderla di nuovo giovane”, promette Sansa. “Vogliamo creare un’economia che faccia rimanere i giovani nella regione invece di costringerli a cercare lavoro altrove. Non si tratta di contrapporre i giovani ai vecchi, perché anche gli anziani hanno bisogno di una gioventù produttiva per vivere meglio”.
La battaglia di Sansa sarà dura. I partiti di centrosinistra hanno litigato per un anno sulla sua candidatura e lo hanno nominato solo sei settimane prima del voto. Le sue risorse economiche sono estremamente ridotte rispetto a quelle del rivale, che sta basando la sua campagna sull’ostilità nei confronti degli immigrati e sulla costruzione del nuovo ponte di Genova. “Quella del ponte è una rivendicazione scandalosa”, spiega Sansa, visto che “è stato il sistema corrotto a farlo crollare”.
Sansa elenca i punti principali del suo programma: “Opportunità per i giovani, lotta alla corruzione, tutela dell’ambiente e uso dei fondi stanziati dall’Unione europea per un’assistenza sanitaria di base”, la cui carenza è emersa durante la pandemia. La Liguria è tra le regioni con il più alto numero di morti in proporzione al numero di abitanti. “Propongo un’economia regionale libera dalla criminalità organizzata e dalla corruzione. Dobbiamo smettere di lastricare le nostre strade di cemento. Lavoreremo insieme alle imprese edili per costruire un sistema viario periferico che serva la regione e non rischi di crollare. Vogliamo investire nelle zone più decentrate”. Come Sestri Ponente, un quartiere dove c’è una comunità operaia che un tempo produceva acciaio e costruiva i transatlantici “che hanno trasportato Humphrey Bogart e Lauren Bacall”, racconta Sansa.
Un tardo pomeriggio, il sole basso accarezza i palazzi e la facciata della chiesa, le persone passeggiano e Sansa fa un giro elettorale per il quartiere. Un tempo da queste parti erano tutti elettori del Partito comunista. Oggi si dividono tra Partito democratico, Movimento 5 stelle e Lega. Inizialmente le persone rifiutano i volantini, ma cambiano idea appena capiscono chi è il candidato. “Ricordo suo padre”, mi racconta Graziella Borghi. “Ferruccio è un brav’uomo e voterò per lui. Ma riuscirà a governare in questo caos?”.
Sansa saluta Adriano Felice, che ha un’edicola ed è considerato il saggio del quartiere. Felice ha tenuto aperta l’edicola durante tutto il lockdown e ha letto gli articoli di Sansa: “Tutti quelli che lo conoscono lo apprezzano. Qui vincerà di sicuro, ma non è conosciuto quanto l’attuale presidente della regione Toti, e sull’immigrazione Salvini e Meloni esprimono il parere di molte persone. Sansa dovrebbe preoccuparsi della riviera, verso Savona a ponente e verso La Spezia a levante”. Felice ha ragione.
Giuseppe Provenzano, ministro per il sud e la coesione territoriale, arriva per sostenere Sansa a un incontro allo splendido Gran caffè Defilla di Chiavari, località turistica sulla costa. “Non possiamo trasformare il nostro paese in un grande Airbnb”, spiega il ministro, affermando che “il covid-19 ci ha dato la possibilità di ripensare il modo di governare l’Italia e la Liguria”. Gli fa eco Sansa: “Terra e mare, mare e terra. È questo che ha sempre fatto di noi liguri ciò che siamo. Propongo una rivoluzione: non contro qualcuno, ma per una diversa qualità della vita dopo il covid-19. Dobbiamo discutere delle cose materiali e dell’economia, ma anche dei valori e di chi siamo”.
I partecipanti all’incontro applaudono sorseggiando gli aperitivi, ma il nastro bianco e rosso che li separa dai normali avventori della domenica è tanto fisico quanto politico. “Farà entrare altri immigrati”, attacca Giorgio Robecchi mettendo da parte il suo quotidiano, il Giornale. “Preferisco fidarmi della Lega e di Meloni”, insiste Mariella mentre compra un gelato per i figli.
Alla fine l’anatroccolo salvato da Sansa è morto. “Speriamo che non sia un cattivo presagio”, mi dice sospirando, mentre si dirige verso il prossimo incontro. “C’è ancora tempo”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1376 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati