Passiamo da giornate in cui siamo sicuri di volere un figlio a quelle in cui ci sembra una scelta folle. Cuore o cervello? Quali sono i criteri più importanti per prendere questa decisione? –Edda e Francesco

La columnist del Guardian Eva Wiseman, dopo aver scoperto che esistono centri a cui rivolgersi per decidere se fare un figlio o no, immagina cosa ci dovrebbe essere scritto sulla loro brochure. “Vorresti avere un bambino? Sei pronta per una vita fatta di cura, responsabilità, giudizio, privilegio e sofferenza? Puoi accettare il fatto che potrebbe non farti stare bene, essere doloroso, costarti il lavoro, i tuoi amici, la tua salute mentale? Sì? Allora adesso diamo un’occhiata al tuo conto in banca. E se il bambino avesse una disabilità? E se non potessi contare sui tuoi genitori? E se ci provate e la gravidanza non arriva? E se fa finire la vostra relazione? E se ti fa diventare noiosa? E se volete un figlio e basta? E se una scelta che pensi di fare liberamente fosse il frutto di un condizionamento culturale? E se diventi una di quelle che pensano che le donne senza figli hanno una vita vuota? E se, anche sapendo tutti i problemi quotidiani che comporta avere un figlio, tu lo volessi ancora? A quel punto dovresti averlo? Chi lo sa. Una risposa giusta non c’è. C’è solo l’ottimismo, la fortuna e la convinzione che esistono migliaia di modi diversi di vivere una vita. E ci sono migliaia di sentimenti contrastanti, preoccupazioni, desideri, perdite e gioie. Contrariamente a quello che ci dicono, quella di fare un figlio è una scelta che lascia sempre dei dubbi”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati