L’arrivo della Foxconn sta rapidamente trasformando una cittadina rurale dell’India meridionale in una zona ambita per il mercato immobiliare. Devanahalli, ai margini dello snodo tecnologico di Bangalore, è la sede del progetto Elephant: un’area di 1,2 milioni di metri quadrati su cui sorge una fabbrica costata 2,5 miliardi di dollari. Sarà la seconda per dimensioni che il costruttore taiwanese di smart­phone e tablet per conto della Apple realizzerà fuori della Cina, creando 40mila posti di lavoro. La fabbrica rientra in un più ampio tentativo della Foxconn di diversificare le filiere nel contesto della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. L’azienda progetta di raddoppiare la sua produzione di iPhone in India arrivando fino a trenta milioni di unità. Il progetto di Devanahalli, approvato dal governo locale nel 2023, è il più grande in una zona nota, tra le altre cose, per la produzione di pomelo, uva nera e seta. Secondo la società di consulenza immobiliare Anarock, i prezzi delle proprietà nell’area sono aumentati del 35 per cento dall’arrivo della Foxconn. “È un fatto enorme per Devanahalli”, dice Ashwanth Sajeevan, amministratore delegato della PropPulse, una piattaforma di consulenza e analisi immobiliare di Bangalore. “È come se dalla sera alla mattina qui crescesse una nuova città di posti di lavoro. Ovviamente questo ha effetti a cascata: stimola la richiesta di alloggi, attira l’indotto e i fornitori, e in generale accende i riflettori sulla regione”.

La Foxconn ha stretto accordi con agenti immobiliari locali per alloggiare la sua manodopera proveniente dalla Cina e dai paesi del sudest asiatico come le Filippine e Taiwan. Le agenzie immobiliari prevedono l’arrivo di decine di migliaia di lavoratori, attirati anche da un altro progetto dell’azienda taiwanese, una fabbrica di componenti per veicoli elettrici già in costruzione nelle vicinanze. Le agenzie immobiliari pubblicizzano come “vicine alla Foxconn” proprietà in un raggio di dieci chilometri dalla fabbrica, una strategia che ha dato i suoi frutti. Secondo la PropPulse, nel raggio di venti chilometri sono in cantiere circa sessanta progetti immobiliari tra appartamenti, ville e lotti edificabili. I prezzi vanno dai 40mila ai 700mila dollari.

Investimento per il futuro

Nel dicembre 2023 Neethu Ramagiri, informatica, ha visto dall’auto un manifesto che pubblicizzava appartamenti di lusso a Devanahalli. Ci è andata subito, ha ricevuto uno sconto immediato e ha chiuso l’accordo per un appartamento da 160 metri quadrati con tre stanze da letto. Il complesso residenziale era lontano dal centro della città e non aveva una fermata della metro vicina. Gli agenti immobiliari però le hanno assicurato che con l’arrivo della Foxconn e i progetti infrastrutturali nei dintorni avrebbero fatto un buon affare. “Prendilo come un investimento, potrai sicuramente darlo in affitto”, le hanno detto. Un anno dopo gli inquilini di Ramagiri sono tre dipendenti di alto livello della Foxconn provenienti da Filippine, Cina e Taiwan. La donna conosce almeno altri dieci proprietari di case nel complesso che hanno affittato a dipendenti dell’azienda. Ramagiri oggi guadagna 36mila rupie (circa 370 euro) al mese dagli affitti, molto al di sopra della rendita media nella zona. Nel frattempo il valore del suo appartamento è aumentato del 70 per cento.

La trasformazione industriale di Devanahalli era già cominciata quasi vent’anni prima dell’arrivo della Foxconn. La svolta arrivò nel 2008, con l’apertura di un aeroporto internazionale che innescò un’ondata di sviluppo sostenuta dallo stato. Il governo cominciò a comprare terreni e a costruire parchi tecnologici per l’informatica, l’industria aerospaziale e la ricerca scientifica. Quelle zone, insieme a nuovi collegamenti stradali e alla presenza di terreni a prezzi ancora accessibili, hanno trasformato Devanahalli in una meta per grandi investimenti.

La Foxconn ha reclutato personale per la sua struttura di Devanahalli nel 2024 e continuerà a farlo nel 2025. La Wistron, un’altra fornitrice di iPhone che ora è inglobata nel gruppo indiano Tata, sta costruendo una struttura da 130mila metri quadrati che potrebbe generare tremila posti di lavoro. Anche il gigante tedesco del software Sap stabilirà una sede nell’area. Secondo l’agente immobiliare Ashish Jha, prima del boom edilizio piattaforme per la consegna di pasti come Zomato non offrivano servizi a Devanahalli a causa delle strade strette e dissestate. Ora i fattorini sono una presenza fissa davanti ai tanti ristoranti della zona. Anche le consegne di Amazon arrivano senza problemi ed entro l’aprile 2026 il colosso del commercio online sposterà la sua sede di Bangalore a Devanahalli.

Le proteste degli agricoltori

Jha racconta che nel 2019, quando ha cominciato a vendere proprietà nella zona industriale, gli immobili in costruzione costavano 388 euro al metro quadrato, oggi hanno superato i mille e nella regione ci sono più di una decina di scuole, diversi centri commerciali e molti ospedali. La Foxconn ha stretto accordi con il gruppo immobiliare Bcd per alloggiare la sua manodopera in arrivo a Hoskote, una cittadina lì vicino. Alla metà del 2024 l’azienda ha firmato con la Bcd novecento contratti triennali di locazione residenziali per alloggiare fino a ottomila lavoratrici. L’amministrazione cittadina ha potenziato le forniture idriche, riaprendo i vecchi pozzi, installando pozzi artesiani con sistema di filtraggio e lanciando iniziative di riciclo delle acque reflue per convertire le acque grigie in acqua potabile. Nel 2018, con il sostegno della fondazione Gates, Devanahalli è diventata la prima città del paese a realizzare un sistema di trattamento dei fanghi fecali a basso costo e a basso consumo di energia.

Il passaggio dall’agricoltura all’industria però non è stato senza conflitti. Da più di due anni un gruppo di contadini protesta perché in 13 villaggi sono arrivati avvisi di espropri terrieri a 1.300 famiglie. Gli agricoltori non sono convinti dalla retorica del governo sulla creazione di posti di lavoro. “È una favola che tirano fuori sempre”, dice Ramesh Cheemachanahalli, un leader dei contadini di Devanahalli. Cheemachanahalli spiega che il governo non ha fornito agli agricoltori e ai loro figli l’istruzione e le competenze necessarie per lavorare alla Foxconn e che, al di là di pochi posti nel settore delle pulizie e della vigilanza, la maggioranza degli abitanti locali non potrà lavorare nelle fabbriche. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati