Varanasi, 7 dicembre 2024 (Niharika Kulkarni, Afp/Getty)

Per l’articolo 375 del codice penale indiano un rapporto sessuale e una penetrazione non consensuali sono reato. La legge però fa un’eccezione: se il rapporto si consuma tra marito e moglie, e lei è maggiorenne, non è stupro. Secondo l’ultimo rapporto nazionale sulla salute familiare, in India una donna sposata su 18 (o che lo è stata)riferisce di aver subìto violenza sessuale dal marito. L’India, scrive il sito Scroll.in, è tra i 108 paesi nel mondo che continuano a rifiutarsi di criminalizzare lo stupro coniugale. Nel 2000 la commissione giuridica, un organo consultivo del governo sulle riforme, aveva respinto una proposta di eliminare l’eccezione perché sarebbe stata “un’interferenza eccessiva nell’istituzione del matrimonio”. Nel 2013 la commissione creata per proporre modifiche al codice penale dopo lo stupro e l’omicidio di una ragazza a New Delhi aveva raccomandato con urgenza di eliminare l’eccezione. Nonostante questo tutti i tentativi di cambiare la legge sono falliti e il governo ha affermato che lo stupro coniugale non è concepibile nel contesto indiano perché il matrimonio è sacro. La legge considera lo stupro coniugale un tipo di violenza domestica e prevede misure come la protezione o la separazione ma non procedimenti penali a carico del marito.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1642 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati