“Cento dollari investiti nel 2024 nelle aziende tecnologiche statunitensi un anno dopo sarebbero stati 160”, scrive l’Economist. “Investiti invece nelle aziende del tabacco sarebbero diventati 165”. Lo straordinario risultato del settore è dovuto in parte “a uno strano fenomeno economico”, osserva il settimanale. Negli ultimi anni gli utili ricavati dalla vendita delle sigarette negli Stati Uniti sono passati dal 50 al 60 per cento del fatturato. Le aziende dovrebbero chiudere il 2025 con utili operativi (prima di aver pagato interessi e tasse) pari a 22 miliardi di dollari negli Stati Uniti. “Non male per un’industria considerata in fase terminale”, dal momento che negli ultimi dieci anni il numero di fumatori negli Stati Uniti è diminuito di venti milioni e quello delle sigarette vendute di un terzo. Il segreto si chiama “elasticità del prezzo”. Quando i fumatori erano tanti, erano estremamente sensibili alla variazioni del prezzo; ora che sono di meno, restano i fumatori accaniti, che non si preoccupano troppo dei costi. Per questo le aziende del tabacco hanno alzato i prezzi senza temere cali del fatturato. Nel 2017 il prezzo di un pacchetto di Marlboro negli Stati Uniti era cresciuto del 2,9 per cento, di poco superiore all’inflazione, ferma al 2,1 per cento. Nell’ultimo anno l’inflazione è stata del 3 per cento, mentre il prezzo delle Marlboro è salito del 7 per cento. ◆

Da sapere
Quotazioni delle aziende del tabacco e di quelle del Nasdaq, valore del 2024 = 100 (fonte: the bloomberg/goldman sachs)

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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati