◆ Una delle previsioni più comuni sul cambiamento climatico è che l’aumento delle temperature spingerà le specie arboree a migrare non solo in direzione dei poli, ma anche verso la vetta delle montagne, riducendo lo spazio a disposizione per i fragili ecosistemi di alta quota. Le osservazioni sul campo, svolte soprattutto in Europa e in Nordamerica, hanno trovato alcune conferme di questa ipotesi, specialmente nelle Alpi, mentre in altre zone i cambiamenti rilevati sono stati minimi. Ma uno studio pubblicato su Biogeosciences suggerisce che i ricercatori potrebbero aver cercato nel posto sbagliato. Confrontando le immagini di 115 montagne tra il Canada e Panama realizzate dai satelliti Landsat tra il 1984 e il 2017, gli autori hanno rilevato che lo spostamento delle foreste verso l’alto è stato molto più rapido nelle regioni tropicali, che si riscaldano più lentamente di quelle temperate e fredde, con una velocità anche di diversi metri all’anno. I motivi del fenomeno non sono chiari. I ricercatori hanno escluso le aree interessate dall’intervento umano, ma in alcuni casi gli alberi potrebbero essere semplicemente ricresciuti in zone disboscate. Un’altra spiegazione è che la disponibilità di acqua sia un limite importante quanto la temperatura per la crescita. Vicino all’equatore l’aria ad alta quota è più umida che in prossimità dei poli, quindi anche un riscaldamento limitato potrebbe avere effetti significativi sulla distribuzione degli alberi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati