In Ce que le féminisme fait au cinéma la storica Hélène Fiche traccia una storia del cinema mainstream degli anni settanta dal punto di vista della trasformazione, secondo lei profonda, di narrazioni, temi e personaggi causata dal movimento femminista. Il corpus definito per la ricerca è costituito da 362 lungometraggi francesi (esclusi quelli di animazione) che hanno venduto più di settecentomila biglietti tra il 1969 e il 1982. Fiche si concentra sulle strategie adottate dall’industria cinematografica per non rimanere indietro rispetto ai cambiamenti sociali e quindi, a grandi linee, sullo studio dei personaggi nei ruoli principali. Il risultato principale è formato dal binomio “donne attive” e “uomini in crisi”. È interessante l’approfondimento su ruoli standard come l’adolescente ribelle, la vittima, la donna-bambina, la _femme fatale _o, in campo maschile, il patriarca morente o il maschio castrato. Il libro mostra quindi un’evoluzione delle rappresentazioni (sia per opportunismo sia per genuina sensibilità) ma anche la reazione antifemminista nei film più sessisti. Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1641 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati