Il 2 novembre 1975 il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini fu trovato in un campetto di calcio di Ostia, non lontano da Roma. L’omicidio del grande intellettuale italiano è il culmine del nuovo romanzo di Olivia Laing, The silver book, che ci conduce nel mondo del cinema italiano durante la lavorazione contemporanea di due film ispirati a classici del libertinismo settecentesco: Casanova di Federico Fellini e Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini. Personaggio centrale della storia è Danilo Donati, scenografo e costumista che lavorò a entrambi i film. Un giovane studente inglese incontra Donati a Venezia e comincia con lui una relazione, romantica e lavorativa, che lo porta a Roma, sul set di Fellini e poi a Mantova, dove incontra Pasolini. Laing inserisce con naturalezza elementi di fantasia in una realtà molto affascinante (quella del cinema) e molto complessa, come potevano essere gli anni settanta in Italia. L’autrice ha modo di esplorare la duplicità tra artificio e verità, e la dinamica ambigua tra vulnerabilità umana e potere.
Times Literary Supplement

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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati