◆ Gli impegni contro il cambiamento climatico annunciati dagli stati potrebbero portare per la prima volta a un calo delle emissioni globali di gas serra nei prossimi dieci anni, ma non basteranno a limitare l’aumento delle temperature globali a meno di 1,5 gradi, ha concluso una stima pubblicata dalle Nazioni Unite in vista della conferenza sul clima (Cop30) che si aprirà il 10 novembre a Belém, in Brasile. Tutti i paesi firmatari dell’accordo di Parigi avrebbero dovuto presentare una versione aggiornata dei loro contributi determinati a livello nazionale (Ndc) entro il 30 settembre, in modo che fossero inclusi nel rapporto di sintesi pubblicato il 28 ottobre. Ma solo 64 stati, responsabili del 30 per cento delle emissioni globali, hanno rispettato la scadenza. Per avere un quadro più completo, le Nazioni Unite hanno quindi incluso nel calcolo anche gli impegni annunciati ma non ancora formalizzati dalla Cina e dall’Unione europea, oltre a quello presentato dagli Stati Uniti nel 2024 sotto l’amministrazione di Joe Biden, che però è stato di fatto cancellato dalla decisione del suo successore Donald Trump di ritirarsi dall’accordo di Parigi. La stima prevede che se tutti questi impegni fossero rispettati, entro il 2035 le emissioni globali di gas serra dovrebbero ridursi del 10 per cento rispetto ai livelli del 2019, un dato molto lontano dal 60 per cento che secondo il Gruppo internazionale sul cambiamento climatico (Ipcc) sarebbe necessario per restare al di sotto della soglia degli 1,5 gradi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati