“Sulla carta tutti gli indicatori economici sono favorevoli al presidente Alassane Ouattara ( nella foto ), che si presenta per il quarto mandato alle elezioni del 25 ottobre”, scrive Mediapart. Da quando è arrivato al potere nel 2011, “il pil è quasi triplicato, la crescita è sostenuta (più del 6 per cento all’anno) e l’indebitamento è sceso”. Ma la crescita non è inclusiva e le disuguaglianze sono marcate, spiega l’economista Yao Séraphin Prao al sito francese. In Costa d’Avorio, per esempio, l’80 per cento della ricchezza è prodotta dalle multinazionali straniere. Anche se il tasso di disoccupazione ufficiale è intorno al 2 per cento, molti diplomati non trovano sbocchi sul mercato del lavoro. Ouattara resta il grande favorito allo scrutinio del 25 ottobre, da cui sono stati esclusi tutti i principali candidati dell’opposizione, come l’ex banchiere Tidjane Thiam e l’ex presidente Laurent Gbagbo. L’atmosfera in vista del voto è tesa e il governo ha vietato tutte le manifestazioni, salvo i comizi elettorali.
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Questo articolo è uscito sul numero 1637 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati