Il Partito laburista (Ap) del primo ministro uscente Jonas Gahr Støre ha vinto le elezioni legislative dell’8 settembre con il 28 per cento dei voti. Il blocco progressista, che governa il paese dal 2021, ha ottenuto quindi 88 seggi sui 169 dello Storting, il parlamento norvegese. L’affermazione più vistosa è però quella del Partito del progresso (Frp), una formazione populista di destra guidata da Sylvi Listhaug, che ha ottenuto il 23,9 per cento dei voti ed è così il secondo partito del paese: alle ultime elezioni aveva preso l’11 per cento dei voti. Sono andati invece molto male il Partito conservatore, che ha preso il 14,6 per cento, il risultato peggiore dal 2005, e il Partito di centro con solo il 5,6 per cento, come i socialisti. Uno dei primi laburisti a parlare con i giornalisti è stato Jens Stoltenberg, ministro delle finanze uscente ed ex segretario generale della Nato, che si è detto pronto a riprendere il suo incarico: il suo ruolo, spiega Dagens Næringsliv, sarà decisivo perché uno dei temi più discussi durante la campagna elettorale è stata la proposta dell’Frp di abolire l’imposta patrimoniale, che prevede una tassazione dell’1,1 per cento su beni e azioni del valore superiore a 1,76 milioni di corone (circa 150mila euro). ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1631 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati