Una flottiglia di circa cinquanta navi – la più grande mai organizzata – è salpata da Barcellona diretta verso la Striscia di Gaza il 31 agosto (rientrata a causa del forte vento, è ripartita il giorno dopo). In una conferenza stampa tenuta nel porto i rappresentanti del comitato direttivo hanno spiegato che la flottiglia è l’ultima di una serie di iniziative organizzate da gruppi di attivisti dall’inizio dell’offensiva militare israeliana contro Gaza, nel tentativo di rompere l’assedio imposto sull’enclave costiera.
S’ispira a diversi viaggi simili fatti nel corso di quasi vent’anni. Questa volta la flottiglia comprenderà “più imbarcazioni di tutte quelle salpate finora verso Gaza”, ha dichiarato Thiago Ávila del comitato direttivo della Global sumud flotilla. Israele ha arrestato Ávila nel giugno di quest’anno insieme ad altri attivisti salpati verso Gaza a bordo della nave Madleen da Catania.
Secondo Yasemin Acar, un’altra rappresentante del comitato direttivo, la missione marittima comprende delegazioni provenienti da 44 paesi, con trentamila persone registrate per partecipare. Acar ha aggiunto che le imbarcazioni salpate da Barcellona saranno raggiunte da altre provenienti da Grecia, Italia e Tunisia. La flotta riunisce diversi gruppi, tra cui l’iniziativa Sumud nusantara lanciata dalla Malaysia e da altri otto paesi del sudest asiatico. Le navi, che trasportano aiuti umanitari, hanno i nomi delle città storiche palestinesi, ha detto Seif Abukeshek, un altro rappresentante del comitato. Lo scopo principale della missione è esprimere solidarietà e non compiere un atto di carità, ha aggiunto l’ambientalista svedese Greta Thunberg. Abukeshek è stato uno dei coordinatori della Marcia globale su Gaza, un altro movimento che ha cercato di rompere l’assedio a giugno con una marcia via terra partita dal Cairo e violentemente dispersa dalle forze di sicurezza egiziane a Ismailia, sulla riva occidentale del canale di Suez.
Le iniziative precedenti
Abukeshek ha spiegato che i piani per l’attuale missione della flottiglia sono nati da precedenti iniziative per rompere l’assedio, compreso il convoglio Sumud, che sempre a giugno è partito dalla Tunisia per attraversare la Libia fino all’Egitto, parallelamente alla marcia globale del Cairo. “La decisione di avviare questa missione è stata presa il 22 giugno, dopo il ritorno da tre missioni: la Marcia globale su Gaza, il convoglio Sumud e la nave Madleen. I tre movimenti hanno cercato di rompere l’assedio in modi diversi e a quel punto abbiamo deciso di unirci”, ha detto Abukeshek.
La Freedom flotilla coalition, un gruppo di quindici campagne internazionali, ha lanciato varie missioni via mare per sfidare l’assedio che Israele impone alla Striscia di Gaza dal 2006. Nel viaggio del 2008 il Free Gaza movement era riuscito a raggiungere le coste della Striscia con due navi di aiuti umanitari e aveva fornito un passaggio sicuro ai palestinesi feriti per ricevere cure mediche fuori da Gaza. Le missioni successive, tuttavia, non hanno avuto lo stesso successo. Nel 2010 le forze israeliane hanno attaccato otto navi, uccidendo nove attivisti a bordo di un’imbarcazione partita dalla Turchia, mentre un decimo è morto in seguito per le ferite riportate. In altri casi la marina israeliana ha intercettato le navi in acque internazionali, ha scortato le persone a bordo verso il porto di Ashdod, in Israele, dove sono state brevemente detenute, e poi espulse.
Ma le organizzazioni sono determinate a continuare gli sforzi per raggiungere Gaza. “Si tratta della Palestina, non di noi”, ha detto Abukeshek. ◆ fg
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Questo articolo è uscito sul numero 1630 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati