Il 23 agosto 2023 l’India ha raggiunto la Luna. Con la missione Chandrayaan-3 ha fatto atterrare sul satellite il Vikram, un veicolo senza equipaggio, diventando il quarto paese a riuscire nell’impresa dopo Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina, e il primo a farlo nel polo sud lunare.
In linea con la politica del primo ministro Narendra Modi, che sostiene l’idea di un’India rinata e finalmente potente, i successi del programma spaziale alimentano l’orgoglio nazionale.
L’euforia investe anche le usanze religiose. Nel progetto Rocketgarh il fotografo indiano Arko Datto mostra come i pandal, installazioni temporanee usate per venerare le divinità indù, siano spesso dedicati al tema dello spazio: razzi, Luna, astronauti, bandiere indiane, satelliti e lander.
Oltre a esaltare l’artigianato tradizionale, questi manufatti hanno un forte impatto sociale. I temi che li ispirano hanno lo scopo di educare la popolazione, in particolare i bambini. Tuttavia, le credenze e le pratiche radicate nella visione del mondo del Bjp, il partito del primo ministro, non esaltano la tecnologia, e quindi sono in contrasto con la ricerca all’avanguardia condotta dal programma spaziale. In un paese dove la ghettizzazione e la divisione sociale sono la norma, i pandal rappresentano uno strumento efficace per dare forma al nazionalismo e riunire persone e quartieri nell’illusione di una specie di uguaglianza. ◆
Arko Datto è nato in India nel 1986 e ha studiato fisica e matematica a Parigi prima di decidere di studiare fotografia in Danimarca. Oggi vive e lavora a Calcutta, la capitale dello stato indiano del Bengala Occidentale.
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Questo articolo è uscito sul numero 1630 di Internazionale, a pagina 70. Compra questo numero | Abbonati