Il 3 luglio Mosca ha riconosciuto ufficialmente il governo dei taliban in Afghanistan, aprendo un nuovo capitolo del riavvicinamento del regime di Kabul al resto del mondo, scrive Asia Times. La Russia è un membro permanente con diritto di veto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Pertanto il suo riconoscimento dei taliban conferisce una legittimità di fatto molto tangibile all’ex gruppo ribelle, considerato da gran parte del resto del mondo un’organizzazione terroristica, spiega il sito di analisi. Tendere la mano a un regime assetato di riconoscimento come quello afgano potrebbe fornire una spinta strategica a un paese come la Russia alle prese con sfide enormi, dalla guerra in Ucraina alle sanzioni occidentali all’indebolimento della sua economia. Quanto ai taliban, anche se nessun altro paese oltre alla Russia ha riconosciuto il loro governo da quando hanno ripreso il potere nell’agosto 2021, sono molto meno isolati rispetto alla prima volta che hanno governato, negli anni novanta. A febbraio il loro portavoce Zabihullah Mujahid ha detto che l’amministrazione ha rapporti diplomatici ufficiosi con una quarantina di paesi. “Le relazioni tra i cinque paesi dell’Asia centrale e l’Afghanistan stanno migliorando grazie ai progetti di nuovi collegamenti ferroviari, all’aumento del commercio e alla creazione di opportunità per i cittadini afgani”, scrive Eurasianet. “Cerchiamo di guardare al paese in modo più pragmatico, perché costruire un muro intorno all’Afghanistan non è utile a nessuno nella regione, né giova alla stabilità o alla sicurezza”, spiega Sanat Kushkumbayev, dell’Istituto kazaco per gli studi strategici, vicino al governo. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati