◆ L’arcipelago delle Bazaruto, al largo della costa del Mozambico, è composto da cinque isole e fa parte dell’omonimo parco nazionale. In questa zona la marea ha un’escursione compresa tra due e quattro metri, e quando si ritira porta allo scoperto le piane tidali, che possono estendersi anche per più di un chilometro dalla riva.
Sotto la superficie dell’acqua tratti di sabbia, praterie sottomarine e barriere coralline appaiono come sfumature di marrone, verde e turchese. Le maree producono forti correnti tra le isole, ridistribuendo i sedimenti e scavando profondi canali. Sul lato delle isole rivolto verso l’oceano, in particolare sulla costa orientale di Bazaruto, l’acqua è più profonda e le onde impediscono lo sviluppo delle piane tidali.
Le praterie sottomarine sono zone di riproduzione per i pesci e forniscono cibo ai dugonghi. La sottopopolazione di questi pinnipedi che vive alle Bazaruto potrebbe essere l’ultima capace di sopravvivere a lungo termine sulla costa dell’Africa orientale. Le acque dell’arcipelago ospitano anche tartarughe, squali toro e squali orlati.
La costa orientale delle isole è coperta da dune, mentre all’interno si trovano praterie e tratti di foresta sempreverde adattata al terreno sabbioso.
I reperti archeologici indicano che gli esseri umani hanno colonizzato l’arcipelago a partire dal terzo o quarto secolo dopo Cristo. Oggi le tre isole abitate hanno una popolazione complessiva di circa settemila persone, che vivono soprattutto di pesca su piccola scala.–Nasa
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Questo articolo è uscito sul numero 1620 di Internazionale, a pagina 107. Compra questo numero | Abbonati